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l’Erasmus e il ricorso al Tar


Una laurea ottenuta dopo l’esperienza Erasmus, poi sottratta per alcune incongruenze burocratiche, riconquistata davanti ai giudici del Tar e ora nuovamente in discussione alla luce della sentenza del Consiglio di Stato. Per un’ex studentessa di Medicina dell’Università di Bari la rocambolesca chiusura del percorso universitario vive un nuovo colpo di scena da film: dovrà riaffrontare alcuni esami, quelli svolti all’estero, per guadagnarsi la laurea in Medicina, al centro di una contesa amministrativa che aveva portato Uniba a revocarle il titolo mentre lei aveva già iniziato la specializzazione in Anestesia e terapia intensiva.

La laurea non è valida, la vicenda

 

Durante la richiesta di trasferimento dal reparto universitario di Foggia a quello di Bari, erano sorti lo scorso anno alcuni problemi riguardanti la certificazione degli esami svolti a Valladolid, durante l’esperienza dell’Erasmus. Era il 19 settembre 2024 quando l’ateneo barese comunicò alla ricorrente che “sarebbe risultata agli atti dell’ufficio l’assenza della documentazione comprovante il superamento degli otto esami sostenuti» all’estero chiedendo. Quindi, stava alla stessa ricorrente di fornire “maggiori informazioni, anche a mezzo di comprovante documentazione a supporto”. La studentessa presentò il certificato di laurea ma l’Università di Bari le comunicò “di aver smarrito parte della documentazione relativa al periodo spagnolo”. Arrivò così, lo scorso anno, la vittoria del ricorso al Tar. Uniba, però, non aveva accettato la sentenza di primo grado e aveva presentato appello al consiglio di Stato. Che, negli ultimi giorni, ha ribaltato il verdetto riconoscendo le ragioni dell’Ateneo.

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“Il riconoscimento da parte del consiglio di facoltà — si legge nella sentenza — è imprescindibile perché il programma di studi Erasmus abbia validità ai fini del completamento del percorso necessario per giungere alla laurea. Ciò precisato, nel caso di specie agli atti di causa è stato prodotto per estratto il verbale in data 8 marzo 2010 e, precisamente, la relazione del coordinatore didattico per i progetti di mobilità Erasmus, con successiva nota di trasmissione del preside della facoltà ,della delibera di approvazione della proposta di riconoscimento, recante il riconoscimento degli esami sostenuti dalla ricorrente presso l’Università di Valladolid, nell’ambito dei quali non figurano gli otto che l’Università di Bari assume non essere stati mai sostenuti. Da questa circostanza è, dunque, inferibile l’assenza dei necessari transcript of records di provenienza dell’ateneo estero”. Insomma, risultano mancanti otto esami e la scoperta è avvenuta 16 anni dopo la fine degli studi in Spagna, quando ormai la studentessa è in specializzazione, quindi avviata alla pratica professionale medica. Il Consiglio di Stato le viene incontro: “Non osta comunque a che l’ateneo appellante, considerata la situazione venutasi a creare a causa del lungo tempo trascorso, consenta a quest’ultima di integrare rapidamente il corso di studi nella misura necessaria per ottenere un nuovo titolo e dunque di recuperare gli esami mancanti”. Dovrà, quindi, rimettersi sui libri.

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