Inizia da qui il nuovo spazio della difesa europea, tanto caro all’ad di Leonardo Roberto Cingolani, ma anche al Rapporto sulla competitività dell’ex premier, Mario Draghi. La prima piattaforma multinazionale per la difesa Ue, quindi la prima bozza di campione europeo, nasce oggi dalla firma ufficiale della joint venture tra Leonardo e la tedesca Rheinmetall sui veicoli militari di terra. L’annuncio è atteso stamattina, dopo gli ultimi dettagli definiti ieri sera. Ma va ben oltre i quasi 22,3 miliardi della commessa incassata dall’esercito italiano per 280 carri e 1.000 cingolati di fanteria leggera. Ora l’obiettivo è esportare tecnologia e know-how europeo, a partire dai sistemi di difesa terrestre. L’asse Italia-Germania è dunque il primo passo cruciale fatto da un’industria che non ha ancora le dimensioni giuste per competere con Usa e Cina, ma punta ad allargare le sue spalle e ad esportare. Del resto lo stesso Cingolani, che ieri ha confermato l’imminenza dell’annuncio, lavora da mesi per costruire in Europa un’asse con i principali competitor europei. Uno scenario che ha galvanizzato il titolo in Borsa, salito ieri del 3,24%.
L’INTESA
Intanto, la joint venture paritetica tra il gruppo italiano (50%) e quello tedesco (Rheinmetall Italia dovrebbe avere il 10%, la casa madre di Duesseldorf il 40%), avrà sede in Italia, a La Spezia. Il primo obiettivo dell’alleanza annunciata a luglio con un Memorandum of understanding, come detto, è la collaborazione industriale per i programmi di fornitura all’Esercito Italiano. I vecchi carri Ariete e i blindati leggeri Dardo saranno sostituiti da due veicoli Rheinmetall (il carro armato pesante Panther Kf51, in fase di sviluppo, e il cingolato leggero Lynx) che verranno adattati alle esigenze italiane. Ma l’obiettivo successivo, per gli analisti, sarà quello di esportare i prodotti e partecipare alla realizzazione del carro armato pesante europeo Main Battle Tank».
LE PROSSIME MOSSE
Ad agosto, il ceo di Rheinmetall Armin Papperger, ha sottolineato l’interesse già raccolto presso alcuni potenziali clienti. E proprio nelle sue parole possiamo trovare qualche indizio dei prossimi passi. «Ci sono alcuni clienti interessati. Venderemo un minimo di 200 carri armati per un valore potenziale di 4 miliardi solo da questa joint venture e 500 sistemi per veicoli da combattimento di fanteria per un valore potenziale di 7,5 miliardi di euro», ha sottolineato il ceo, aggiungendo che altri potenziali contratti si apriranno per la fornitura di munizioni per Panther e Lynx.
Intanto a Roma, un team guidato dal Capo di Stato Maggiore dell’aeronautica militare nigeriana, Hasan Abubakar, ha incontrato i manager di Leonardo per concordare una strategia di rinnovamento della flotta. Secondo quanto riporta Reuters, l’aeronautica militare nigeriana sta acquistando 24 jet d’attacco M-346 di fabbricazione italiana e dieci elicotteri AW-109 Trekker. E la consegna dei primi tre jet è prevista per l’inizio del 2025 e le consegne successive fino alla metà del 2026.
Per il resto, il nuovo piano industriale sarà presentato a febbraio, ha precisato sempre ieri Cingolani. Ma di qui a dicembre il gruppo italiano potrebbe mettere a segno un altro paio di colpi, uno sul fronte Spazio e l’altro nel campo della Cybersecurity. La prossima acquisizione nella cybersicurezza potrebbe maturare «già entro l’anno», ha detto infatti nei giorni scorsi l’ad con riferimento a un settore in cui il gruppo crescerà a doppia cifra. E la stessa attenzione è riservata allo Spazio.
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