Il nuovo ordine della Germania per 20 caccia Eurofighter Typhoon, con tanto di sensori di ultima generazione e capacità di azione elettronica, non è solo un nuovo affare da 3,75 miliardi per il programma Ue che vede Leonardo tra i protagonisti di primo piano. È il segno del consolidamento del programma destinato — ora è più chiaro — a una seconda vita. Ma è soprattutto il segno tangibile della strada imboccata sul fronte dell’autonomia europea nel dominio aereo in un contesto in cui gli americani sono abituati a farla da padroni con gli F-35. Del resto a dirlo chiaro è Jorge Tamarit-Degenhardt, chief executive di Eurofighter: «La vera notizia è la conferma dell’impegno di lungo periodo della Germania (che si offre anche di assumere la guida del progetto Ue di Scudo Aereo, ndr) per un’autonomia europea nel dominio aereo. La nuova generazione di Eurofighter sarà integrata nell’architettura di difesa Ue del futuro». L’accordo tedesco segue le recenti commesse firmate a fine 2024 da Spagna (25 velivoli) e Italia (24 velivoli), confermando la fase di rilancio per il Typhoon. Senza contare che è caduto un altro veto, dice Reuters, a favore dei jet Ue. La Germania ha accettato di negoziare con la Turchia la consegna degli stessi jet Eurofighter costruiti dal consorzio tra Germania, Uk, Italia e Spagna, rappresentato da Airbus, Bae Systems e Leonardo. Sembra quindi caduto l’ultimo stop tedesco all’export imposto durante la crisi politica di marzo, quando l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu aprì forti critiche al governo Erdogan, che seguivano tra l’altro i veti alla concessione di asset imposti dopo l’acquisizione di antiaerea russa S-400 nel 2019. In questo quadro, Leonardo gioca un ruolo centrale: realizza il 36% del programma, tra componenti di aeronautica ed elettronica. A Caselle Torinese realizza la semiala sinistra e il tronco di fusoliera posteriore destinati proprio agli Eurofighter.
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