07.11.2025
12 Street, Rome City, Italy
Technology

le tattiche «disperate» per salvare il petrolio. Lo spoofing e la possibile svolta


Da quando l’Occidente ha imposto restrizioni alle esportazioni di petrolio della Russia, Mosca ha messo in atto una serie di pratiche ingannevoli per non intaccare troppo l’economia. Ora però la situazione ha subìto un’ulteriore accelerazione, con nuovi record dopo che Regno Unito e Unione Europea hanno inasprito le sanzioni. «Nei miei 25 anni di reportage sulla Russia e sui flussi petroliferi globali, non ho mai visto nulla di simile a quello che stiamo affrontando ora», ha detto Michelle Bockmann, della società di dati marittimi Windward AI. 

La tattica dello spoofing

Una delle pratiche più comuni è quella secondo cui le navi sanzionate cambiano rapidamente la loro bandiera e manipolano i loro segnali di localizzazione, attraverso il sistema globale di identificazione automatica, per fingere di trovarsi in luoghi diversi.

Questa tattica, nota come spoofing, viene utilizzata soprattutto quando le navi russe effettuano trasferimenti illeciti in mare dei loro carichi di petrolio verso navi non inserite nella lista nera, riciclando il carico appena prima che arrivi nei porti. Secondo i dati di Windward AI, il numero di navi interessate da interferenze GPS è aumentato vertiginosamente del 510% dall’inizio dell’anno, raggiungendo un totale di 11.600 tra luglio e settembre. Anche il numero di navi battenti bandiera falsa è raddoppiato negli ultimi nove mesi, superando per la prima volta quota 1.000.

La possibile svolta

Ora le spedizioni illecite di petrolio dalla Russia si trovano a un punto di svolta. Le sanzioni contro Rosneft e Lukoil, due delle più grandi compagnie petrolifere russe, entreranno in vigore il 21 novembre. Se Mosca vuole continuare a commerciare il suo petrolio, che è la linfa vitale della sua macchina da guerra, dovrà ricorrere a misure ancora più disperate. Secondo Bockmann, molti dei tradizionali punti caldi per i trasferimenti nave-nave di petrolio russo si trovano nelle acque internazionali al largo della costa di Cipro, all’imbocco settentrionale del Canale di Suez nel Mediterraneo e nelle aree esterne ai porti cinesi del Pacifico orientale. «L’utilizzo di quella particolare area dell’Oman per effettuare un trasferimento nave-nave di greggio russo per l’India è qualcosa che si è evoluto davvero solo quest’anno», spiega.

Le tattiche ombra

Il motivo per cui la Russia ha accelerato rapidamente l’uso di pratiche di spedizione ingannevoli è dovuto a un cambiamento nel regime delle sanzioni dell’occidente. Inizialmente, invece di imporre sanzioni, nel dicembre 2022 l’occidente ha imposto un tetto massimo di 60 dollari (46 sterline) alle esportazioni di petrolio russo. L’obiettivo era quello di colpire le entrate della Russia senza escludere il petrolio russo dalla catena di approvvigionamento globale e senza far ulteriormente aumentare i prezzi del petrolio durante la crisi energetica. 

L’Ue ha imposto un embargo sul petrolio russo, ma le altre nazioni erano libere di acquistarlo a condizione che il prezzo fosse inferiore al limite massimo. Questo embargo è stato applicato attraverso il mercato assicurativo: le navi non potevano stipulare un’assicurazione sul mercato occidentale se trasportavano petrolio a un prezzo superiore al limite massimo, che a settembre è stato abbassato a 47,70 dollari.

Sono successe due cose. Innanzitutto, la destinazione delle esportazioni di petrolio della Russia è cambiata radicalmente. I principali acquirenti di Mosca ora sono India, Cina e Turchia.

In secondo luogo, Putin ha iniziato ad accumulare una flotta ombra di vecchie petroliere che operano al di fuori del mercato assicurativo occidentale e sono quindi in grado di esportare il petrolio russo a un prezzo superiore al tetto massimo. In risposta, gli alleati occidentali hanno iniziato a sanzionare singole navi della flotta ombra, con il Regno Unito e l’Europa che quest’anno hanno aumentato drasticamente la loro lista nera. Ad oggi, il Regno Unito ha sanzionato 540 navi commerciali russe, mentre l’Ue ne ha prese di mira 480 (369 delle navi si sovrappongono nelle due black list).

Il colpo diretto di Trump

Le sanzioni contro Rosneft e Lukoil da parte degli Stati Uniti, sono anche le prime sanzioni che colpiscono direttamente il petrolio russo, anziché limitarsi a colpirne il prezzo o la facilità con cui può essere trasportato. Trump ha dalla sua parte un eccesso di offerta mondiale di petrolio, il che significa che i prezzi sono bassi e il presidente degli Stati Uniti non ha paura di colpire l’offerta e far salire i prezzi come ha fatto Biden.

Chris Wright, il segretario all’Energia americano, ha fatto capire che gli Stati Uniti sono pronti a essere aggressivi. «Possiamo eliminare metà delle esportazioni di petrolio russo e mantenere comunque un mercato petrolifero sostanzialmente equilibrato? Assolutamente sì», ha detto la scorsa settimana.


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]