15.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Politics

«Le sfide del Paese si vincono solo rilanciandosi insieme. È il momento dell’orgoglio e del coraggio»


Rimettere in moto la Capitale. Dare benzina a Roma. Fare il pieno ad una Ferrari che può e deve tornare ad essere locomotiva del Paese. È la promessa scandita ieri nella sala della Promoteca, al Campidoglio, da istituzioni e imprese che hanno condiviso l’appello del Messaggero ad affrontare la “sfida Capitale” rappresentata dal «liberare tutte le energie di questa città». Lo ha fatto il vicepremier Matteo Salvini, tra i relatori dell’evento, e lo hanno fatto le decine di imprenditori e rappresentanti delle principali aziende italiane, delle partecipate e degli istituti finanziari riuniti da un giornale che da 146 anni racconta il ruolo centrale di Roma: da Fincantieri rappresentata dall’ad e dg Pierroberto Folgiero a Enel, al Chief risk del gruppo Acea Pierfrancesco Latini, UniCredit, Angelini industries, Telepass, Tim, Sace con l’ad Alessandra Ricci, con il managing partner di EY Marco Daviddi, Autostrade e Marco Sangiorgio, ad di Giubileo 2025. Lo ha fatto, ad esempio, Roberto Gualtieri.

GLI INTERVENTI

Sotto l’occhio vigile delle eccellenze italiane, tra i busti di Leonardo, Dante, Petrarca e Michelangelo, il primo cittadino ha infatti spiegato come «Un Paese che non rilancia la sua Capitale non può vincere le sue sfide». «Non è tempo di alibi e recriminazioni — ha continuato — ma di orgoglio, coraggio e duro lavoro per realizzare gli investimenti» e continuare a bandire «dal nostro vocabolario la frase “a Roma non si può fare”».

Un rilancio che passa in primo luogo dalla «compensazione» di quanto, molto, gli è stato tolto negli anni. Lo ha sottolineato l’editore del giornale Francesco Gaetano Caltagirone, convinto che la «spinta al decentramento» marcata dalla riforma dell’autonomia differenziata ma già avviata da anni anche verso l’Europa, se non bilanciata, possa impoverire non solo la città eterna, ma l’intero Paese. 

Ed è per questo che, «senza lasciarsi prendere dalla rassegnazione verso un destino di decadenza e inefficienza» come evocato da Gualtieri, servono immediatamente nuovi poteri e nuove risorse. Bisogna cioè non solo portare a compimento quel disegno di legge su Roma Capitale che anche il «segretario della Lega nato e cresciuto a Milano» Salvini, «riconosce fondamentale», ma pure assegnare nuovi fondi, sull’onda lunga di quanto stanziato per il Giubileo del prossimo anno, per il Pnrr e per il Next Generation Rome da 15,5 miliardi di euro richiamato da Gualtieri. 

L’AMBIZIONE

La ratio è semplice: serve «un cambio di filosofia». Serve l’ambizione che Roma inevitabilmente richiede. Serve «non qualche impianto dei rifiuti» ma un intervento capace di rimettere in piedi l’intero assetto del ciclo. «Non qualche manutenzione in più — ha continuato Gualtieri — ma il rifacimento stradale completo»; «non l’utilizzo della parola Smart City ma la cablatura dell’intera Capitale con il 5G». E poi ancora la metropolitana, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la rigenerazione urbana e la cultura dell’innovazione.

GLI ALTRI OSPITI

Serve lo spazio reclamato dai giovani come Gianluca Comandini, Giulia Lapertosa e Alessia Cerbone, rispettivamente fondatori di The blockchain management, Carriere.it e Profree, tutti legati alla città, riconoscenti, ma in qualche modo delusi per il poco sostegno che a volte viene dato alle idee, anche alle migliori. «Roma chiede di essere amata» riflette non a caso Carlo Verdone, tra gli ospiti d’onore dell’evento a cui hanno preso parte oltre all’ad del Messaggero Azzurra Caltagirone, anche — tra gli altri — il ministro Gennaro Sangiuliano, l’ad di Sport e Salute Marco Mezzaroma o il giornalista Bruno Vespa. La Capitale chiede di essere amata perché da soli è tutto più difficile. È ora che il Paese se ne renda conto.

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