Per quattro anni è stato l’ombra, efficiente e discreta, di papa Francesco. Oggi Luigi Carnevale è prefetto di Brindisi e quella parte di vita trascorsa accanto al Pontefice, nel ruolo di dirigente dell’Ispettorato di Pubblica sicurezza del Vaticano, è un ricordo sempre vivido che ama portare con sé. Testimoniato dalle fotografie che conserva nel suo studio al Palazzo del Governo.
FINESTRINO ABBASSATO
Carnevale ha vigilato sugli spostamenti di Bergoglio e ha vegliato su di lui quando è stato operato al policlinico Gemelli a luglio 2021, organizzando un dispositivo di sicurezza «discreto» e mobilitando venticinque agenti per rispettare il desiderio del papa di raggiungere l’ospedale senza scorta. Francesco, ricorda Carnevale in un’intervista al Quotidiano di Puglia, è sempre stato refrattario a qualsiasi barriera lo separasse dall’affetto della gente. Anche nei periodi storici che imponevano attenzioni particolari, come gli anni tra il 2013 e il 2015. «Incombeva la minaccia terroristica dell’Isis e si respirava tensione: sulla sicurezza aveva dato indicazioni molto chiare di alleggerire l’apparato previsto a sua tutela», spiega il prefetto. Una direttiva formulata la prima volta andando a Ciampino e da lì a Lampedusa dopo il naufragio. «Si è accorto che lungo il percorso c’erano strade bloccate con auto ferme, viadotti presidiati, semafori verdi al passaggio. Lui ci chiamò e ci disse che non poteva tollerare che le persone avesse disagi per colpa sua, ma come spiegargli che quanti sono impegnati nella tutela della sua persona rendono conto al mondo della sicurezza del papa?».
Spesso lasciava Santa Marta da solo. «Mi chiamavano dalla Gendarmeria: «Luigi, sta uscendo e non vuole che andiamo nemmeno noi, cerca di intercettarlo». Così ci aggiravamo in zona e lo raggiungevamo. L’auto si fermava ai semafori, lui abbassava il finestrino e salutava la gente che improvvisamente si accorgeva della sua presenza. Vedevi questi sguardi increduli», sorride Carnevale.
Papa Francesco, ultimo giorno di visite alla salma. Trump: «Ai funerali vedrò i leader, voglio incontrarli tutti». Ma nel programma ufficiale non ci sono bilaterali
IN OSPEDALE
Tra le foto a cui il prefetto tiene di più c’è quella in via del Corso deserta. «Siamo in periodo Covid, stiamo andando alla chiesa di San Marcello, dov’è custodito un crocifisso caro ai romani. Là mi chiamarono: ero con il giubbotto e dovetti correre. Del resto, un’altra volta, era di sabato, mi telefonarono per avvertirmi che Bergoglio stava andando a trovare una signora anziana, una sua amica, al quartiere Trieste. Ho preso uno scooter per intercettarlo nei pressi di via Alessandria». L’ultimo incontro tra papa Francesco e l’ex capo della sicurezza è avvenuto a marzo, «sono andato al Gemelli quando era ricoverato». E un anno prima il saluto in occasione del G7 a Fasano: «Gli ho detto: «Santità, non riesce proprio a liberarsi di me!»». A febbraio 2022 il Pontefice ha ricevuto in udienza Carnevale e i colleghi della sicurezza e con lo spirito pratico che lo ha sempre contraddistinto li ha ringraziati per il lavoro svolto. «Vorrei incoraggiarvi — ha detto — perché il vostro servizio, a volte arduo, sia sempre sostenuto dalla sua motivazione fondamentale, cioè prendersi cura delle persone. Forse qualcuno viene con richieste o a volte con problemi o con esigenze che non sono giuste, sono un po’ pesanti. Ma grazie per la vostra pazienza e perché trattate le persone come sono, nella vita. Così Dio tratta noi!».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il punto del direttore, ogni lunedì
Iscriviti e ricevi le notizie via email