17.10.2025
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Le foreste tropicali australiane non sono più un pozzo di carbonio


Le foreste tropicali australiane diventano le prime al mondo a emettere più anidride carbonica (CO₂) di quanta ne assorbano. Lo rivela uno studio pubblicato su Nature, che collega questo fenomeno al cambiamento climatico.

Tradizionalmente considerate pozzi di assorbimento del carbonio, capaci di immagazzinare enormi quantità di gas serra, queste foreste mostrano ora segni di forte vulnerabilità. In passato, si ipotizzava che un aumento della CO₂ nell’atmosfera potesse stimolare la crescita degli alberi, fornendo più “carburante” per la fotosintesi. Tuttavia, temperature estreme, siccità e cicloni hanno provocato la morte degli alberi, trasformando le foreste del nord del Queensland in emettitori netti di carbonio.

Patrick Meir, autore principale dello studio, sottolinea: «Si tratta della prima analisi che dimostra questo fenomeno nelle foreste naturali non disturbate, e che persiste per molti anni. I risultati sono molto preoccupanti». I ricercatori hanno analizzato quasi 50 anni di dati sulla crescita delle foreste tropicali, scoprendo che a partire dal 2000 la decomposizione degli alberi morti ha superato l’assorbimento della CO₂ da parte dei tronchi e rami in crescita.

Le modellizzazioni climatiche confermano che la causa principale è rappresentata dalle temperature estreme e dagli effetti sul ciclo dell’acqua, con siccità e cicloni più intensi a ridurre la capacità di stoccaggio del carbonio. Studi simili in Amazzonia hanno mostrato dinamiche analoghe, con la morte progressiva degli alberi che indebolisce la funzione di serbatoio di carbonio della foresta.

David Bauman, coautore dello studio, osserva: «Il fenomeno non è sorprendente, ma è arrivato prima del previsto e gli effetti dei fattori climatici sono più intensi del previsto». Patrick Meir aggiunge: «Altre foreste tropicali potrebbero subire cambiamenti simili, ma i tempi e i meccanismi varieranno in base alla regione».

Gli esperti sottolineano che questi risultati rappresentano un campanello d’allarme globale. Melanie Zeppel, vicedirettrice della società di investimento Pollination, afferma: «Gli effetti del cambiamento climatico sul carbonio forestale sono più gravi di quanto riportato in precedenza. È urgente agire contro il riscaldamento globale».

Nonostante la crescente vulnerabilità, l’Australia rimane uno dei maggiori esportatori di carbone, con emissioni di CO₂ pro capite tra le più alte al mondo. A livello globale, i dati dell’osservatorio europeo Copernicus indicano che il 2024 e la media 2023-2024 hanno superato 1,5°C di riscaldamento rispetto all’era preindustriale, evidenziando un aumento continuo e senza precedenti delle temperature.

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