21.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Economy

Le Borse tentano il rimbalzo, ma prevale ancora l’incertezza


Almeno per ora, il peggio è alle spalle. L’impennata di oltre il 10% della Borsa di Tokyo caduta 24 ore prima di ben 13 punti percentuali ha segnato subito la rotta dell’inversione di marcia ieri. Il rimbalzo di Wall Street vale l’1,5% con il Nasdaq a +2%. Mentre l’Europa si è mossa in ordine sparso con Francoforte poco sopra la parità (+0,09%), Parigi in calo dello 0,27%, Londra in rialzo dello 0,23% e Milano in calo dello 0,6% dopo un avvio in rialzo. Sullo sfondo lo spread Btp/Bund, che chiuso in calo sotto quota 150 punti.

Borsa oggi: Tokyo rialzo record dopo lunedì nero, Nikkei chiude a +10,23% Milano -0,7%

L’incertezza resta, la volatilità ancora una minaccia, ma il rimbalzino è arrivato subito, seppure a macchia di leopardo, dopo la grande vendita culminata nel lunedì nero. I cosiddetti “dip buyers”, gli investitori che comprano approfittando dei ribassi, sono scesi puntualmente in campo. Tanto per confermare quanto già ieri era sembrato evidente: dietro la grande vendita che va avanti da settimane del valore di 6,5 trilioni in tutto il mondo ci sono più fattori tecnici che fondamentali, più la necessità di correggere troppo ottimismo su valutazioni, utili e crescita, che una vera impennata del rischio e lo spettro della recessione, più le nuove previsioni sulle mosse della Fed, che entro fine anno dovrebbe tagliare i tassi di 120 punti base, che lo scenario di una manovra di emergenza da parte della Banca centrale Usa.

FARO SUL SOL LEVANTE
Dunque è scattata già ieri la campagna acquisti selettiva dopo la grande vendita. Del resto anche Goldman Sachs ricorda quanto sia redditizio fare acquisti selettivi di azioni statunitensi dopo un crollo come quello dell’ultimo mese. Dal 1980, lo S&P 500 ha generato un rendimento medio del 6% nei tre mesi che hanno seguito un calo del 5% da un recente massimo.

Ma attenzione il fattore tecnico non ha esaurito i suoi effetti. Lo smobilizzo dei carry trade, ossia delle operazione speculative a leva, è stato fatto solo per metà. Ci sono quindi ancora spazi per smontare tali posizioni con conseguenti nuove possibili ondate di vendite sui mercati, avvertono da Jp Morgan. «Non abbiamo affatto finito», ha dichiarato a Bloomberg Tv Arindam Sandilya, co-responsabile della strategia Fx globale di Jp Morgan Chase. «Il carry trade riassorbito, almeno all’interno della comunità degli investitori speculativi, è tra il 50% e il 60%», ha indicato il gestore. Del resto, i dati economici usciti ieri in giornata lasciano la porta aperta a possibili altre sorprese. Proprio in Giappone i salari sono balzati del 4,5% anno su anno a giugno, accelerando da una crescita rivista al rialzo del 2% a maggio e attestandosi ben al di sopra delle aspettative di mercato del 2,3%. Si è trattato del dato più alto da gennaio 1997, a sostegno del passaggio del Paese del Sol Levante a un contesto di tassi di interesse in aumento. La crescita dei salari nominali ha superato il tasso di inflazione al consumo di base del 2,6% a giugno, portando al primo aumento dei salari reali aggiustati per l’inflazione in 27 mesi all’1,1%.

Dopo il taglio del tasso di riferimento a circa lo 0,25% del mese scorso, la Banca del Giappone si è già la sua disponibilità ad aumentare ulteriormente i tassi, alla luce dei dati sugli stipendi. E il timore di un altro rafforzamento dello yen non fa dormire sogni tranquilli agli operatori che usano la divisa nipponica come leva del “carry trade” — ovvero l’abitudine degli investitori di prendere a prestito in una valuta con bassi tassi di interesse (almeno finora) come lo yen per reinvestire i proventi in una valuta con un tasso di rendimento più elevato, vedi il dollaro Usa, che tutt’ora e agganciato a tassi d’interesse del 5,5%, sui massimi ventennal. Inutile farsi prendere dal panico, basta allacciare le cinture e guardare al lungo termine.

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