18.09.2025
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Sports

Lazio-Roma, il derby si avvicina. Sarri chiede aiuto: «È un anno duro»


ROMA Calma e sangue freddo: «A Como abbiamo sbagliato l’approccio mentale, a Reggio Emilia no. La reazione al gol subito è stata forse confusionaria, ma importante. Dobbiamo fare di più, ma serve pazienza. Devo averla io e tutto l’ambiente. Sapevamo che sarebbe stato un anno difficile, ma possiamo ancora fare un percorso positivo». Più facile per Sarri digerire la seconda sconfitta (in tre giornate) col Sassuolo, dopo aver smaltito subito la delusione con un abbraccio di papà Amerigo (97 anni a novembre), per cui stava in pensiero.

IL CARO PREZZO

 

Dopo la fuga dal Mapei Stadium e il pit stop a Castelfranco, Mau non sfugge all’analisi del giorno dopo a Formello: «Non siamo mai stati in difficoltà col Sassuolo. Abbiamo avuto la palla per andare in vantaggio, per pareggiare, per riprendere la gara, ma non abbiamo trasformato il dominio del primo tempo». Il Comandante ha passato tutta l’estate a ripristinare l’ordine dal caos di Baroni, entusiasmante in principio, ma pagato poi a caro prezzo con 49 gol al passivo. Senza aiuti dal mercato, è tosta indottrinare una rosa così fisica al nuovo credo in poco tempo: «Il Napoli era la mia squadra più ordinata, ma non era ordinaria. In questo momento per mantenere le distanze e fare certi movimenti, la squadra pensa troppo, perde un po’ di naturalezza e tempi di gioco. Questo finirà quando l’ordine diventerà una routine. A centrocampo abbiamo rigiocato all’indietro troppi palloni e davanti attaccato poco gli spazi. Quando alcuni meccanismi verranno di default, saremo più liberi di testa e miglioreremo».

LA DIFESA

Il Sarrismo prevede lo spettacolo costruito con tanta disciplina e metodo: «Ho visto una Lazio in controllo, che non ha concesso nulla a un Sassuolo, che farà un buon campionato dopo aver perso solo con Napoli e Cremonese. A livello tattico e difensivo abbiamo fatto bene, anche se sul gol di Fadera la palla lenta poteva essere attaccata. Ma a livello di iniziative offensive e intraprendenza abbiamo fatto troppo poco». Mau aveva rinunciato alle idee Cataldi e Belahyane pur di rivedere la stessa grinta e le giocate ammirate contro il Verona, tutt’altro avversario: «Era giusto dare fiducia a quella formazione, anche se avevo in mente qualcosa di diverso. Ho deciso di partire con Rovella e Dele-Bashiru, e col Taty che aveva un problemino agli adduttori, sapendo che i 90’ sarebbero stati lunghi e li avrei tolti in anticipo». Nicolò irriconoscibile e nervoso dal 24′ insieme a tutta la Lazio: «Dopo il rosso trasformato in giallo a Vranckx qualcosa è cambiato, ma non c’era motivo di farsi pesare nella testa questo episodio. Abbiamo sbagliato. Oltretutto nelle riunioni arbitrali dell’anno scorso c’erano due o tre giocatori che gli arbitri avevano messo nel mirino. L’ammonizione successiva di Rovella è stata preventiva, assurda, anche se lui protesta sbracciando e questo non viene tollerato».

LA PROMESSA

Nell’aria capitolina aleggia sempre il timore che il blocco del mercato biancoceleste possa diventare un alibi inconscio per l’allenatore e questo gruppo: «Va mantenuto equilibrio. Io ringrazierò sempre i tifosi biancocelesti e, in questo momento di difficoltà, dobbiamo diventare una grande famiglia. Il derby di domenica sarà diverso dai precedenti, è la gara più pesante che abbia mai fatto — l’ultima rivelazione di Mau — e sarà massacrante a livello emotivo. Non c’entrano i punti né la classifica, è qualcosa di particolare. Spero che i giocatori sappiano cosa significhi e che abbiano la testa pronta per lottare per un popolo intero». Sarri è uomo-derby (su sei, 4 vittorie e un solo ko), inutile richiedergli il 4-2-3-1 di Baroni, che col Torino ha appena ribattuto Gasperini ed è tornato a vincere all’Olimpico (con la Lazio non ci riusciva dal 9 febbraio): «Parlare di moduli è inutile, serve l’atteggiamento». Rabbia e cuore caldissimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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