La ciminiera è sempre lì, si staglia in alto e domina il quartiere.
È tutto quello che resta della vecchia fabbrica Cirio, insieme con il Crocifisso di legno che il decano degli operai donò all’Università Federico II di Napoli per celebrare l’apertura del nuovo campus di San Giovanni a Teduccio. Già, perché da otto anni ormai lì dove venivano prodotte conserve alimentari oggi si produce conoscenza. La fabbrica Cirio non c’è più, così come non ci sono più gli stabilimenti Corradini o Massa Lombarda, le Vetrerie Ricciardi o la Q8. Di molti di queste capannoni sono rimasti solo gli scheletri. Altri come la Cirio, sono stati abbattuti e rigenerati. Si chiama rigenerazione urbana e ha cambiato il volto della periferia orientale di Napoli.
Lì dove c’era la fabbrica Cirio oggi c’è la Apple Developer Academy: 1.700 sviluppatori formati in sette anni, il 23 settembre partirà l’ottavo anno accademico, 300 studenti ammessi con 220 borse di studio da 7.777 euro (lordi) finanziate dalla Regione Campania «a condizione che lo studente abbia frequentato almeno l’80 per cento del totale delle 750 ore previste dal corso di formazione». Gli obiettivi sono ambiziosi ma le premesse ci sono tutte: nei primi sette anni sono più di 800 le app sviluppate e già 150 studenti hanno vinto la Swift Student Challenge.
L’attività
Il futuro è adesso, l’app economy entra in ogni campo e l’Academy napoletana offre agli studenti la formazione per il ciclo completo della creazione di applicazioni, dal coding per acquisire le conoscenze fondamentali di programmazione al business & marketing per capire come trasformare l’app in impresa e imporsi nel mondo imprenditoriale.
L’età e il background qui contano poco, quello che serve è avere passione per i codici, il resto si impara. «Ma non è mica come l’università», sorridono gli studenti. E lo si capisce subito nell’open space dove si «impara». Una decina di tavoli rotondi, sedie con le ruote, schermi su tutte le pareti e microfoni, perché chi parla possa essere sentito da tutti, che sia un prof o un allievo.
Tutto sempre e solo in inglese, perché si studia in lingua e gli studenti provenienti da altri Paesi sono sempre di più. Il futuro è adesso, allora, perché – ha scritto il direttore Roberto Napoletano sul Mattino – le grandi trasformazioni avvengono quando la consapevolezza di sostituire il piagnisteo con il fare operoso diventa fiducia contagiosa, produce organizzazione, valorizza il buono che già c’è, così poco conosciuto, e attrae capitali nazionali e internazionali. Nel mondo capovolto segnato da nuove centralità, Napoli è la Capitale del Mediterraneo e il Mezzogiorno italiano non è più periferia ma centro, motore di pace e sviluppo, luogo di incontro delle religioni, potenziale hub energetico e possibile Eldorado dei capitali internazionali.
Il futuro è adesso e la scommessa vincente della Apple ne è la prova. «So che oggi il futuro può sembrare incerto ma non posso fare a meno di essere ottimista perché vedo potenzialità. Soprattutto qui a Napoli», disse due anni fa il ceo di Apple, Tim Cook, ricevendo la laurea honoris causa all’Università Federico II. «Quando le cose si fanno complicate bisogna farsi le giuste domande. Come possiamo rendere l’educazione più accessibile a chi ne ha più bisogno? Come possiamo rendere più forti i legami che ci sorreggono e lasciare un mondo migliore per le generazioni avvenire? Noi in Apple crediamo che la tecnologia possa rispondere a tutte queste domande. Creando in Italia, così come altrove, nuove occasioni di possibilità umane».
L’incontro
Qui, «alla fonte delle scienze», Moltofuturo e Il Mattino riuniscono esperti, professori e stakeholder in cerca di risposte giovedì 23 maggio dalle 10, al campus Federico II di San Giovanni a Teduccio. Dove ci porterà l’intelligenza artificiale? Come cambierà il modo di lavorare, sviluppare relazioni e gestire processi operativi con clienti, colleghi e partner? Tante domande, una sola certezza: l’intelligenza artificiale, se ben governata, offrirà grandi opportunità per creare nuovi modelli e migliorare quelli esistenti. In tutti i campi, dalla pubblica amministrazione all’università, dall’informazione all’intrattenimento.
Dopo i saluti istituzionali del rettore dell’Università Federico II di Napoli Matteo Lorito e del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che pure al campus di San Giovanni a Teduccio è di casa, sul palco dell’aula magna di corso Protopisani si alterneranno i professori Giorgio Ventre, Fabio De Felice e Silvia Rossi mentre Mauro Calise e Massimo Adinolfi affronteranno il tema etico. E ancora, Agostino Santoni, già vicepresidente di Confindustria per il digitale, dialogherà con Valentina Russo, startupper napoletana co-founder di Logogramma, in un dialogo ideale tra grandi e piccole imprese. Perché l’intelligenza artificiale non conosce confini e abbraccia tutti, oltre la robotica e le specifiche competenze di programmazione. E poi c’è il tema della pubblica amministrazione, al centro dell’agenda politica.
Dalla semplificazione delle procedure burocratiche all’ottimizzazione delle risorse, passando per l’implementazione di sistemi predittivi per la pianificazione urbana e la gestione delle emergenze, il ministro Paolo Zangrillo analizzerà l’impatto dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, si soffermerà sulla relazione tra umano e intelligenza artificiale, l’ultima frontiera dell’editoria.
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