Per ora è una promessa. Pronunciata, però, da un esponente autorevole del governo, il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, l’uomo del fisco. Sui bonus edilizi, ha spiegato, «potremmo ritornare a una detrazione magari sul 50 per cento per la prima casa». L’obiettivo evidente, è far dimenticare le polemiche sulla revisione delle rendite catastali degli ultimi giorni. Provare a dimostrare con i fatti, che questo governo non è contro la casa, nonostante le difficoltà dei conti pubblici. Dunque nel documento programmatico di Bilancio che sarà approvato martedì in consiglio dei ministri, e che costituisce la struttura della manovra che sarà invece trasmessa alle Camere il 20 ottobre, ci potrebbe essere una retromarcia rispetto alla decisione già presa di ritornare dal primo gennaio prossimo a una detrazione ordinaria per le spese di ristrutturazione edilizia con uno sconto del 36 per cento e un tetto di spesa massimo di 48 mila euro contro i 96 mila attuali. Una decisione contestata anche dall’Ance, l’associazione dei costruttori, che aveva sottolineato come questa decisione potesse far tornare alla diffusione dei lavori in nero.
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Giorgetti: «Manovra equilibrata»
Oltre a Leo, di manovra ha parlato anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Entrambi sono intervenuti a «Far crescere insieme l’Italia» l’evento organizzato da Fratelli d’Italia al Principe di Savoia di Milano. Anche Giorgetti ha provato a smorzare le polemiche degli ultimi giorni partite con l’annuncio di «sacrifici per tutti» pronunciati dallo stesso ministro dell’Economia in un’intervista a Bloomberg. «Ho visto grandissima polemica, con travisamento dei fatti, sulla storia dei sacrifici», ha spiegato Giorgetti. Aggiungendo di aver detto «davanti a un consesso di banchieri che i sacrifici dovevano farli tutti, anche loro. Non mi sembrava», ha chiosato il ministro, «di aver detto una bestemmia in Chiesa». Per la prossima legge di Bilancio, ha detto ancora Giorgetti, «il nostro obiettivo principale era confermare il taglio del cuneo fiscale, riusciremo a farlo e diventerà strutturale — ha aggiunto -. Poi, continueremo nelle politica di interesse per la famiglia, faremo dei tagli significativi, sacrifici se nessuno si offende, a ministeri ed enti pubblici.
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I ritocchi
«Ci saranno», ha anticipato poi il ministro, «anche dei ritocchi sulle entrate ma a chi se lo merita: le persone fisiche, le imprese non hanno nulla da temere. Sarà una Manovra equilibrata, che metterà a tacere le polemiche». Intanto anche il cantiere delle misure va avanti. Ieri è stato il turno del ministro della Salute, Orazio Schillaci dare l’annuncio di una boccata di ossigeno per il Sistema sanitario nazionale, “strangolato” da una carenza di personale sempre più allarmante. Nella prossima legge di Bilancio sarà previsto un piano triennale di assunzioni per medici ed infermieri. Potrebbe arrivare già in manovra anche l’intervento per il «piano casa» chiesto da Confindustria, dice il titolare delle Imprese Adolfo Urso: una misura per aiutare i dipendenti che devono spostarsi di residenza e hanno difficoltà a trovare abitazioni in affitto a canoni calmierati. Da qui a martedì, intanto, il governo dovrà chiudere il cerchio delle coperture. Sul tavolo ci sono i 9 miliardi di spazio fiscale generato dal miglioramento delle entrate, 3,6 miliardi per l’Irpef conservati nel salvadanaio del fondo della delega fiscale, e altri 2,2 miliardi derivanti dalla lotta all’evasione “strutturale”. Mancano insomma, ancora una decina di miliardi da trovare da spending review e nuove entrate sui settori più “beneficiati” dalla congiuntura come le banche.
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