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Un’ondata di sbarchi sta travolgendo Lampedusa negli ultimi giorni: nella sola giornata di martedì, oltre mille migranti hanno raggiunto le coste italiane.
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A questi numeri si sommano i 242 arrivi del 16 ottobre e i 238 del giorno successivo.Ma parlare di una situazione allarmante o fuori controllo sarebbe fuorviante: nonostante gli episodi di sbarchi massicci concentrati in un breve periodo, infatti, i dati complessivi del 2024 segnalano una diminuzione degli sbarchi migratori rispetto all’anno precedente.
Gli sbarchi a confronto
Secondo i dati del Viminale, sono complessivamente 55.010 i migranti arrivati via mare nei porti italiani dal primo gennaio al 15 ottobre di quest’anno, con una diminuzione del 60,7% rispetto ai circa 140.923 sbarchi registrati nello stesso periodo del 2023.
Anche rispetto al 2022, quando nello stesso intervallo si contarono 76.214 arrivi, i dati sono in calo, segnalando una situazione meno critica di quanto percepito.
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Gli sbarchi nell’ultimo decennio
Facendo un passo indietro e ripercorrendo gli anni passati, nel 2015 l’Italia registra 153.842 migranti arrivati via mare. Nel 2016 si raggiunge un nuovo record, con 181.436 sbarchi, molti dei quali provenienti dalla Nigeria. Nel 2017, il numero di arrivi scende a 119.369. La situazione cambia nuovamente nel 2020, con un incremento degli sbarchi a 34.154, in gran parte migranti provenienti dalla Tunisia, paese segnato da nuove proteste legate alla crisi economica e alla corruzione politica. L’anno successivo, nel 2021, gli arrivi via mare quasi raddoppiano, con il Viminale che registra 67.040 sbarchi.
La nazionalità dei migranti
Per quanto riguarda la nazionalità dichiarata dai migranti al momento dello sbarco, i dati aggiornati al 18 ottobre mostrano che la maggior parte dei migranti proviene dal Bangladesh, con 10.832 persone, seguita dalla Siria (10.166) e dalla Tunisia (7.200). Altri significativi flussi migratori arrivano dal Bangladesh (7.200) e dall’Egitto (3.453) e dalla Guinea (2934). Negli ultimi posti, Mali (1.281), e Gambia (1.208).
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Le vittime e i dispersi
Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) al 12 ottobre 2024, 18.646 persone sono state fermate in mare e rimandate in Libia, tra cui 16.386 uomini, 1.330 donne, 619 bambini e 311 persone di cui non è stato possibile determinare il genere. Il bilancio delle vittime rimane elevato: 522 persone sono morte e 731 risultano disperse lungo la pericolosa rotta del Mediterraneo centrale, per un totale di 1.253 vittime nel 2024. Sebbene questo numero sia inferiore rispetto ai 2.498 morti o dispersi registrati nel 2023, la rotta rimane una delle più letali al mondo per i migranti e, tra l’altro, non tiene conto delle persone decedute lungo le rotte desertiche. Estendendo lo sguardo al passato, negli ultimi dieci anni hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere via mare l’Italia per fuggire da guerre, persecuzioni, miseria, crisi umanitarie oltre 30mila persone.
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