La maxi inchiesta sulla presunta «degenerazione della gestione urbanistica» sta scuotendo Milano. Oltre 70 indagati, richieste di arresti domiciliari per l’assessore Giancarlo Tancredi, e di carcere per Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra, presidente e vice della disciolta Commissione per il paesaggio, a cui si aggiunge l’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco Giuseppe Sala, che lunedì prossimo sarà in aula. Un’indagine che potrebbe ancora allargarsi. Non solo per i molti progetti ancora da scandagliare, ma anche perchè, durante le perquisizioni di mercoledì scorso, gli inquirenti e i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, hanno sequestrato pc, tablet e cellulari, documenti, mail e altro materiale ritenuto particolarmente «interessante». Nel mirino della magistratura sono finiti anche alcuni imprenditori molto noti: Manfredi Catella, il presidente di Coima, uno dei protagonisti delle recenti trasformazioni della città a cui è stata notificata una istanza di domiciliari; Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S, e di Andrea Bezziccheri, il fondatore di Bluestone a cui ieri sono stati trovati circa 120 mila euro in contanti e già imputato per presunti abusi edilizi sulle Park Towers di via Crescenzago. Per questi ultimi due, la richiesta dei pubblici ministeri è il carcere. Un caos politico che fa tremare Palazzo Marino e le cui conseguenze sono ancora incerte.
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Le verifiche dell’Anac
Intanto, emergono alcuni retroscena interessanti. Nel 2021 l’Anac chiese informazioni al Comune per verificare la posizione dell’allora neo assessore all’urbanistica ed architetto Tancredi in merito ad eventuali conflitti di interesse, ma dai responsabili dell’amministrazione fu risposto — attraverso una documentazione — che quest’ultimo si era messo in aspettativa prima della nomina: per cui non sussistevano profili di inconferibilità e incompatibilità della carica. Per questo motivo la vicenda venne chiusa con una nota al responsabile prevenzione della corruzione del Comune, affinché monitorasse l’eventuale integrazione di fattispecie di incompatibilità. Ad interloquire con l’Autorità anticorruzione fu il responsabile della Prevenzione della corruzione e trasparenza del Comune di Milano che riportò una documentazione da cui si evinse che, prima dell’assunzione della carica politica, Tancredi aveva chiesto e ottenuto il collocamento in aspettativa. Nello stesso anno, alcuni mesi dopo, vi fu un’altra segnalazione dello stesso tipo e sullo stesso caso, che fu archiviata poiché non furono rinvenuti profili di inconferibilità e incompatibilità. Tancredi ha lasciato oggi Palazzo Marino dopo un lungo incontro con Giuseppe Sala. Al centro del confronto durato oltre un’ora e mezza, le possibili dimissioni dell’assessore per cui la Procura ha chiesto l’arresto.
Caos politico
Anche se le dimissioni adesso non sembrerebbero una possibilità, Sala ci avrebbe pensato e si è confrontato su questo con la sua squadra di assessori. A chiedere un passo indietro dell’assessore, che ha gestito tutte le partite più importanti dell’urbanistica, è il Pd che fa pressing sul sindaco. Il centrodestra va all’attacco e protesta, anche se con diverse sfumature. In piazza Scala prima della seduta del Consiglio comunale, Fratelli d’Italia e Lega hanno portato uno striscione con la scritta, «Dimissioni. Sala e la sua giunta liberino Milano». Non è la prima volta che il primo cittadino di Milano affronta un’inchiesta. Nel 2019 Sala è stato condannato a 6 mesi di reclusione, trasformati in una multa, con l’accusa di falso ideologico e materiale, per la vicenda della retrodatazione di un documento risalente a maggio 2012, riguardante la gara d’appalto della piastra di Expo, di cui era stato commissario unico e amministratore delegato. Le altre accuse ai danni di Sala, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, erano invece decadute mesi prima. Quando aveva scoperto di essere indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra di Expo, nel 2016, Sala aveva anche deciso di autosospendersi dalla carica di sindaco per qualche giorno, poi era ritornato a guidare la città
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