19.05.2025
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Politics

L’agitazione dei centristi in cerca di casa. Gelmini avverte Calenda: io a disagio


La via di centro non esiste più e adesso sono in molti a dire “Addio Terzo Polo”. È durata poco più di due anni la tortuosa esperienza in tandem Calenda-Renzi, capace di raccogliere subito oltre due milioni di voti e quasi l’8% alle Politiche del ‘22. Un credito svanito però presto, visto che buona parte di quel mondo è oggi alla ricerca di una nuova collocazione. È stata una fuga inesorabile che ha coinvolto nell’ultimo biennio i principali esponenti di Iv e Azione. Prima Ettore Rosato e poi Luigi Marattin, fuggiti da Renzi, ora l’addio di Enrico Costa a Calenda. Sullo sfondo Mariastella Gelmini sempre più vicina alla rottura con Azione, e si parla anche di Mara Carfagna (sebbene lei non abbia mai confermato). Ad attenderle c’è il centrodestra, forse Noi moderati di Maurizio Lupi: «Ho manifestato da tempo il mio disagio per alcune scelte di Azione, in primis quella di sostenere il campo largo in Liguria e in altre due Regioni», dice ieri Gelmini. «Non ho ancora preso alcuna decisione, vedrò Calenda».

Ieri intanto è stata la volta di Costa, che ha ufficializzato una rottura nell’aria da settimane: «Non seguirò il percorso di Azione nel campo largo». Decisiva la natura originaria di terza via, ormai smarrita: «Se nelle tre regioni che andranno al voto Azione si schiera sempre con il campo largo, allora è difficile definirla “terza” e al “centro”. Da liberale che ha ottenuto insieme ad Azione e Calenda tanti risultati garantisti sulla giustizia (contrastati dal campo largo), non condivido ma rispetto questo percorso, che non seguirò». Costa ricorda di essere stato «il primo deputato ad aderire ad Azione» e rivendica «un sincero affetto» verso Calenda, ma sottolinea «di non poter dimenticare» che Azione è nata in contrasto alla nascita del Governo Conte-bis: «È stato un percorso comune di persone provenienti da aree diverse in una posizione terza, di centro, alternativa a quel governo composto da sinistra estrema, Pd, M5s e Iv. Il Terzo Polo ha avuto un grande successo alle Politiche ‘22 — ricorda — e la sua rottura ha portato alla frantumazione di quest’area portandola a non superare lo sbarramento. Mi pare che ora si preferisca sacrificare figure e storie liberali, con cui si è fatta tanta strada insieme, sull’altare di un’alleanza non solo con la sinistra ma addirittura col M5S».

IL VALZER
Ad aprire le porte all’ex ministro per gli Affari regionali sarà ancora FI, l’incontro di venerdì con Tajani ha sciolto gli ultimi dubbi. Anche se Costa frena: «Non corriamo dietro ai retroscena. Non ho ancora deciso nulla». Gelido il commiato di Azione, che ha ringraziato Costa per il lavoro svolto augurandogli «buona strada» in una destra italiana «che tuttavia ci sembra molto lontana dalla sua sensibilità garantista, avendo varato una quantità di nuovi reati che non ha precedenti nella storia repubblicana». Un valzer in cui si attendono le mosse di Gelmini e Carfagna. Ad anticipare la fuga dal centro erano stati però i big di IV, con Marattin che ha annunciato il via dell’associazione ‘”Orizzonti Liberali” ma sogna un progetto politico «che permetta agli italiani di votare qualcosa che sia più vicino alla loro idea di Paese».

Sommovimenti accelerati, secondo alcuni, anche dal nuovo attivismo dei fratelli Berlusconi, fautori di una linea più progressista sui diritti civili e di un ruolo più incisivo per Forza Italia all’interno della maggioranza. Anche a costo di irritare l’inquilina di Palazzo Chigi. Alcune delle ultime mosse degli eredi del Cav del resto non potevano non sorprendere Giorgia Meloni. Come l’incontro di mercoledì tra Marina e Mario Draghi, un colloquio «programmato da tempo» secondo la primogenita Berlusconi, incentrato sul rapporto sulla competitività dell’Ue che l’ex premier ha illustrato al parlamento europeo. O la nuova campagna pubblicitaria lanciata da Mediaset nelle scorse ore, che fa il paio con la battaglia forzista sullo Ius scholae. Ecco il claim: «Mediaset ha a cuore il futuro. Mediaset promuove la diversità e l’inclusione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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