12.05.2025
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Politics

la sinistra unita cresce e insidia Le Pen, Macron resta indietro


Il risultato delle elezioni in Francia vede favorita l’estrema destra del Rassemblement National che sta tessendo accordi locali con i candidati dei Repubblicani. Ma gli ultimi sondaggi dicono che la sinistra unita avanza e Macron è riuscito, a una settimana dal nuovo voto, a recuperare il 4% rispetto alle elezioni del 9 giugno scorso.

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Elezioni in Francia, i sondaggi a una settimana dal voto

I numeri sono stati pubblicati dal quotidiano conservatore Le Figaro: il Rassemblement National si attesta al 34%, comunque in salita di 2,6 punti percentuali rispetto alle Europee e a seguirlo non è il partito del presidente, bensì il blocco di sinistra del Nuovo Fronte Popolare al 29%. Solo al terzo posto, con un distacco ancora ampio anche se in diminuzione, si colloca Renaissance di Macron, al 22%.

Il distacco dal Rassemblement National diminuisce di 4 punti ma rimane molto ampio e, nel frattempo, il blocco alternativo di sinistra sale e insidia seriamente l’estrema destra, lasciando Macron fuori dai giochi.

I motivi di queste variazioni importanti in così poco tempo possono essere legati anche ai dati sulla possibile affluenza che, secondo il sondaggio, dovrebbe essere molto alta, circa al 64%, cinque punti in più delle Legislative 2022. Segno che una parte dei francesi ritiene questo voto importante e, in caso di ballottaggi, anche la possibile trasmigrazione di voti dall’elettorato macroniano alla sinistra potrebbe impedire a Le Pen di conquistare la maggioranza in Assemblea.

Secondo alcune analisi, Macron vorrebbe convincere a votare per lui i moderati che alle europee hanno votato per i socialisti di Glucksmann, stimati intorno al 14 per cento. L’idea è che l’elettorato del Rassemblement National sia più solido e difficile da contendere, mentre molti elettori moderati di centrosinistra potrebbero decidere di votare per Macron alle legislative, spaventati dai partiti più radicali che sono entrati nel Nouveau Front Populaire. Per questo la strategia del presidente è criticare duramente La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, che è appunto il partito della coalizione a sinistra con le posizioni più intransigenti.
In questi giorni, per esempio, Macron ha definito il programma elettorale della sinistra «totalmente immigrazionista», cioè molto favorevole all’immigrazione irregolare, con l’intento anche in questo caso di spaventare gli elettori più moderati del centrosinistra.

Secondo i sondaggi, la strategia di Macron è plausibile: tra un sesto e un terzo degli elettori dei Verdi e dei Socialisti potrebbe decidere di non votare il Nouveau Front Populaire alle legislative e potrebbe prendere in considerazione di votare per Renaissance. Al tempo stesso, però, Renaissance ha deciso di non presentare alcun candidato in 67 collegi elettorali, dove ritiene di non poter vincere né contro il Rassemblement National né contro il Nouveau Front Populaire. Anche per questo, alcuni osservatori hanno definito la sua strategia elettorale «confusa» sotto alcuni aspetti.

Circolano anche diversi sondaggi la scelta di sciogliere le camere in seguito al risultato molto positivo dell’estrema destra alle europee è stata polarizzante. Un sondaggio realizzato dal centro studi Elabe per la rete televisiva BFMTV ha rilevato che i francesi sono divisi sul tema: il 58 per cento pensa sia stata una buona mossa, il 41 no. Ma un altro dato interessante che emerge da questo sondaggio è che la decisione è stata accolta molto più positivamente tra gli elettori di Rassemblement National, il partito di estrema destra che ha vinto le europee, che tra quelli di sinistra.

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