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la rivoluzione Giuntoli è a basso costo


I numeri non mentono ma quelli del calciomercato estivo della nuova Juventus rischiano di ingannare, perché la rivoluzione targata Giuntoli e Thiago Motta — con 9 nuovi giocatori sbarcati alla Continassa — alla fine dei conti (e del mercato) è stata più sostenibile del previsto. La Vecchia Signora infatti si è rifatta un lifting completo, tirando fuori dal portafoglio poco più di 50 milioni di euro. Possibile?

SPESE CONTENUTE

A giudicare dalla forbice tra entrate e uscite nell’ultima sessione estiva assolutamente sì, con buona pace di bonus e riscatti che rischiano di far lievitare le spese, ma non nell’immediato. Gli acquisti infatti pesano per 162,60 milioni e possono arrivare a 237,5 milioni considerando riscatti e bonus. Mentre le cessioni hanno portato nelle casse bianconere 110 milioni, fino 133 considerando i bonus. Con un traino d’eccezione e sottovalutato dalla maggioranza delle società di A, una cassaforte chiamata Next Gen. Serbatoio inesauribile di talenti, che ha fatto le recenti fortune della Juventus sul doppio fronte finanziario e tecnico. Da una parte monetizzando i giovani più appetibili sul mercato in uscita, dall’altra valorizzando i baby bianconeri in prima squadra, con i vari Savona e Mbangula, responsabilizzati da Thiago Motta e decisivi in tandem nel successo di Verona. La dirigenza juventina il 3 agosto 2018 ha fatto una scommessa investendo forte sull’Under 23, e ora sta raccogliendo frutti e utili di una visione a lungo termine che si è rivelata più vincente del previsto. Andando a colmare quel buco nero, tra Primavera e prima squadra, nel quale spesso si perdevano talenti e promesse nei prestito in giro per il mondo. Più facile costruirsi in casa il nuovo numero 10 Kenan Yildiz che andarlo ad acquistare a peso d’oro in Spagna, o trovare spazio a Fagioli (anche lui prodotto della Next Gen) accanto a Koopmeiners, Thuram e Douglas Luiz. I 51,5 milioni per il brasiliano sono stati “attutiti” dai 22 milioni incassati dalle contropartite Barrenechea e Iling Junior, e i due sacrifici più illustri, Soulé e Huijsen insieme hanno fruttato quasi 41 milioni, dieci milioni in meno di quanto ha messo sul piatto Giuntoli per Koopmeiners.

SOSTENIBILITÀ

La parola d’ordine della nuova dirigenza è sostenibilità, non solo sul mercato (il prestito di Sancho è stato infatti bloccato dalle mancate uscite di Arthur e Kostic) ma anche per un monte ingaggi ridimensionato dagli addii di Szczęsny (6,5 milioni), Rabiot (7 milioni), Pogba (8 milioni) e Chiesa (5 milioni) e Alex Sandro (6 milioni). Sceso da 120 a 106 milioni e non più al top della Serie A, con l’Inter primo con oltre 140 milioni. Il costo della rosa bianconera è rimasto sostanzialmente uguale all’anno scorso (da 226,1 milioni circa a 225,8 milioni di euro) e parallelamente alla riduzione degli stipendi Giuntoli ha abbassato l’età della squadra, al secondo posto della A dopo le prime tre giornate, con una media di 23,9 anni per i 22 giocatori impiegati da Thiago Motta, rispetto ai 25,8 anni della scorsa stagione. E con un solo acquisto oltre i 27 anni (Di Gregorio), per una Juventus più giovane e ambiziosa che mai, a immagine e somiglianza del suo nuovo allenatore.

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