«Io ho una grande passione verso le persone nomali: se prendo un traghetto per le Cinque Terre e la gente mi assale, mi chiedo: che fortuna ho per ricevere tante dimostrazioni di affetto? Sento che questa passione mi travolge e tendo a farla coincidere con la politica. Ma la politica è anche compromesso, è trattativa, è tante altre cose.. Io ho 56 anni, mio padre ne aveva 58 quando entrò in politica. Oggi non ho nessuna intenzione e non penso alla politica, ma guardando al futuro non escludo — come non escludo tante altre cose — che a un certo punto possa dire: sai che c’è, una sfida completamente nuova, perché no? Oggi comunque questa idea non ha nessuna concretezza». Pier Silvio Berlusconi ribadisce di essere concentrato sulla sua attività di imprenditore, ma non chiude la porta all’idea di seguire in futuro l’esempio del padre Silvio. Oggi, spiega, «lo apprezzo più di prima, mi manca più di prima». E se fosse stato in vita «si sarebbe scatenato, avrebbe fatto la qualunque, anche sfiorando ciò che potrebbe essere considerato eccessivo, per tentare di fermare queste due follie che sono le guerre tra Russia e Ucraina e Israele e Palestina. Sarebbe stato male, avrebbe fatto di tutto, non so se riuscendoci, ma qualcosa avrebbe fatto».
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Forza Italia e le spinta ai diritti
Forza Italia «deve essere una forza liberale e moderata, che guarda al centrodestra con una spinta progressista sui diritti di tutti», ha detto Pier Silvio. «Se non ci fosse Tajani bisognerebbe inventarlo — ha sottolineato -. Questo non vuol dire che non si possa fare meglio. Stimolo Tajani a guardare avanti e a introdurre in partito presenze nuove. Tajani è bravissimo, Dalla Chiesa è bravissima, così come Gasparri e ce ne sono altri mille, anche tanti ministri di governo hanno una grande esperienza». Nomi della serie ‘potrebbe essere lui il vero leader assoluto’ «non ne ho – ha spiegato Berlusconi — ma altri nomi che mi piacciono ci sono». Quello che manca in Italia è il centro. «Meno male che Forza c’è e Tajani c’è — ha poi sottolineato — ma nello spazio che vivo come la sinistra vera, che sono i 5 stelle, Pd da un lato e dall’altra parte Fratelli di Italia e Lega c’è in mezzo uno spazio gigante, che è quello di come pensa la maggior parte degli italiani». Quanto a Renzi, interessato da sempre al progetto di un centro «Io ho grandi simpatie ma non ha più peso e mordente — ha fatto notare Berlusconi -. Renzi ha perso credibilità elettorale, è bravo ma nel suo percorso politico ha perso peso politico».
Tax credit
«Del tax credit come Mediaset non ci arriva niente, zero, piccolissimi finanziamenti irrilevanti. E come fiction non ci accediamo», spiega Berlusconi commentando la levata di scudi del governo contro il sistema di assegnazione degli incentivi fiscali al cinema. «Lasciarlo com’era — aggiunge — è sbagliato: va rifatta la legge dalla A alla Z. Ci vogliono criteri precisi per assegnare i finanziamenti pubblici: in particolare, bisogna evitare che i fondi vadano, come accade oggi, alle multinazionali che comprano i produttori indipendenti italiani, mentre Rai e Mediaset restano fuori. Va rifatta la legge».
Ppf e il futuro di Mediaset
«Una collaborazione è assolutamente possibile. Sì, guardiamo avanti: un socio forte più finanziario, con esperienza nel mondo dei media non ci dispiacerebbe, ma noi vogliamo avere la possibilità di indirizzare il nostro progetto paneuropeo», ha aggiunto l’ad delegato di Mfe-Mediaset, risponde all’ipotesi che, dopo le rispettive Opa sulla tedesca Prosieben, il Biscione possa collaborare con i cechi di Ppf. Comunque «nei casi di collaborazione che ho sperimentato si va in difficoltà. Si può essere soci anche paritetici, ma per un progetto così ambizioso devi farlo in autonomia», aggiunge Berlusconi.
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