21.05.2025
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Politics

la polemica dopo il post di Salvini


ROMA Bufera politica dopo il fermo per l’omicidio di Sharon Verzeni, la barista uccisa il mese scorso a Terno d’Isola, Bergamo. Dopo l’arresto di Moussa Sangare, il trentunenne assassino reo confesso, la miccia è stata innescata via social dal vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: «Fermato Moussa Sangare, origini nordafricane e cittadinanza italiana, sospettato di aver assassinato la povera Sharon. Spero venga fatta chiarezza il prima possibile e, in caso di colpevolezza, pena esemplare, senza sconti. Complimenti ai Carabinieri». E a corredo del post una scritta con diverse colorazioni, una ad hoc per le parole “origini nordafricane e cittadinanza italiana”.

Poco dopo anche Claudio Borghi è intervenuto su X con un commento sarcastico: «Oh, abbiamo i giornali che per una volta ci dicono la nazionalità di un criminale. È italiano — scrive il senatore leghista — si chiama Moussa Sangare». A cascata la deputata del Carroccio Laura Ravetto, responsabile del Dipartimento Pari opportunità del partito: «L’uomo sospettato di aver ucciso Sharon è stato identificato come un trentunenne nato a Milano, di origine straniera e con problemi psichici accertati. La giovane donna avrebbe perso la vita per mani di questo presunto assassino, apparentemente senza motivo. È un episodio tragico che deve farci riflettere. Davvero sono questi i nuovi italiani a cui aspiriamo?».

Sharon Verzeni, Salvini: «Sangare ha origini nordafricane e cittadinanza italiana. Pena esemplare». Le reazioni social

I COMMENTI DELL’OPPOSIZIONE

Inevitabili le polemiche, a maggior ragione perché queste parole arrivano nel bel mezzo della battaglia politica sul diritto di cittadinanza in Italia. Per questo il segretario di +Europa, Riccardo Magi, definisce «avvoltoi» i leghisti: «Si avventano sul caso della povera Sharon con post razzisti e manettari, sottolineando il fatto che ad aver confessato il delitto è un italiano di origini nordafricane». Secondo Magi, «usare un caso di cronaca per opporsi a un dibattito che si è aperto nel paese sulla cittadinanza è puro sciacallaggio. Vergognoso che lo facciano dei parlamentari di maggioranza e dei ministri che dovrebbero rispettare il dettato costituzionale del giusto processo e della separazione dei poteri». Per il fermo di Sangare — ha spiegato in conferenza stampa la procuratrice Maria Cristina Rota — sono state fondamentali le dichiarazioni dei due unici testimoni, entrambi stranieri e giunti spontaneamente in caserma due settimane fa. «Perché — chiede ancora Magi — la Lega non parla dei due testimoni stranieri che hanno permesso di individuare l’assassino? Salvini e i leghisti ancora una volta hanno perso un’occasione per fare bella figura».

Per Luana Zanella, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, il post del ministro delle Infrastrutture «è orribile», «Ovviamente Salvini ha già sentenziato la colpevolezza di Moussa Sangare, chiedendo pena esemplare, cioè potenziata? Ciò che è orribile nel suo post è il tentativo di accreditare un’origine etnica del femminicidio: questo è inaccettabile perché nega totalmente e colpevolmente la trasversalità di un fenomeno che non riguarda classi sociali, colore della pelle, confini statali e che la maggior parte delle volte nasce dentro i nuclei familiari. Troppo spesso il maschio killer è marito, compagno, partner». Critica però anche Alessandra Mussolini: «L’indiziato dell’omicidio è un cittadino italiano, nato e residente da sempre qui — dice l’ex europarlamentare — sottolineare che abbia origini straniere è semplicemente privo di ogni senso. Il tiro all’africano è indegno e manca di rispetto alla vittima».

Il Pd sul tema non arretra. Intervenuta alla Festa dell’Unità a Terni, la segretaria Elly Schlein ha confermato la posizione dei dem: «Nelle nostre classi non ci sono italiani e stranieri, ma bambine e bambini che hanno lo stesso diritto a un’istruzione di qualità. Certo che dobbiamo cambiare la legge sulla cittadinanza, il Pd c’è ma non per deludere le aspettative. Per noi, chi nasce e cresce in Italia è italiano. Non bisogna negare questo diritto».

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