Poco prima che Jannik Sinner centrasse per la tredicesima volta un quarto di finale su tredici tornei disputati nel 2024, la Wada, per la prima volta nella sua storia, appellava la sentenza di un tribunale internazionale indipendente (la ITIA, in questo caso) di una disciplina come il tennis. Finora lo aveva fatto solo con organizzazioni antidoping o federazioni. Lo ha fatto con una nota stampa piuttosto scarna, e se vogliamo contraddittoria. La «buona» notizia per Sinner è che ora la palla passa alla Corte Arbitrale dello Sport di Losanna e quindi al Tas, una sorta di Cassazione dello sport. Dopo aver dimostrato già in tre udienze la sua innocenza, dovrà farlo una quarta volta. E mettere, una volta per tutte, la parola fine a questa vicenda.