14.05.2025
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«La gravidanza non ha fermato il mio lavoro. Andrea? Ero sua fan, oggi è anche il mio miglior amico»


Beatrice Arnera è un’amatissima attrice, comica, e anche cantante. Ma dalla nascita della sua piccola Matilde — frutto dell’amore con Andrea Pisani — è soprattutto una mamma. «Lei adesso è la mia priorità», racconta intervistata durante l’evento Natale al Messaggero. La maternità ha cambiato la sua vita e l’ha messa a dura prova di fronte ai «grandi sacrifici» che una madre lavoratrice si trova ad affrontare. «È un lavoro per supereroi, soprattutto perché siamo in un Paese che non ci supporta affatto sotto questo punto di vista», dice. Beatrice veste i panni di mamma anche sul set del suo ultimo film «Dove osano le cicogne», regia di Fausto Brizzi dal 1 gennaio al cinema. Nella pellicola interpreta Luce, giovane donna spagnola che porta avanti una gestazione per altri.

Com’è cambiata la tua vita dopo la nascita di Matilde?

È cambiata in tanti sensi. La questione primaria ora è lei, è diventata la mia priorità. 

Hai già detto qualche no per starle vicino?
Sì, cominciò a dire dei no. Sicuramente quando me lo posso concedere.

Quando hai scoperto di essere incinta avevi già immaginato queste difficoltà?

Io e Andrea abbiamo cercato tanto un figlio. Abbiamo avuto tre aborti spontanei prima di avere Matilde. Quindi eravamo molto ben preparati ad affrontare una vita da genitori. Abbiamo anche messo in conto che questo sarebbe potuto non accadere mai, perché appunto non è così facile.Ma non abbiamo mai guardato al futuro con terrore. Io, Andrea siamo un’ottima squadra, quindi eravamo pronti a tutto. 

Come avete affrontato momenti come questo?
Abbiamo scoperto l’autoironia come un ottimo antidoto alla tristezza e ai momenti di sconforto che è normale che accadano in queste situazioni. Con l’ironia abbiamo superato tantissime circostanze, anche questa.

Sui social ti sei mostrata mentre allatti sul set, essere una mamma lavoratrice è anche questo…
Sì e sono molto arrabbiata per questo. La verità è che le donne lavoratrici e soprattutto le donne che scelgono di allattare sono messe veramente a dura prova, perché prima di diventare madre ti parlano di diritti, incentivi, famiglia…In realtà quando diventi mamma ti ritrovi sola e abbandonata. Il fatto che ci siano ancora oggi, nel 2024, luoghi in cui è proibito allattare per me è fantascienza. Noi giochiamo tanto a fare i moderni, a fare i progressisti. Ma in realtà le donne meritano di avere molto più supporto. Il post parto non è così come ce lo raccontano. Siamo lontani anni luce da quello che meriterebbero le madri lavoratrici.

Addirittura ti abbiamo visto in giro per l’Italia sul palco col pancione, la gravidanza non ti ha fermato…

Sì è successo a Roma, è stata l’ultima replica del mio spettacolo. Io ero veramente arrivata al termine. Il mio ginecologo mi propose addirittura di avere un’ambulanza fuori dal teatro, perché se fosse successo lì saremmo stati pronti.

Qual è stato il momento in cui hai scoperto di avere talento?

Ma guarda, io sono soffro di una sindrome dell’impostore terrificante, quindi non c’è mai stato un momento in cui mi sono detta «brava». Andrea, il mio compagno, che trovo essere una mente brillante, sicuramente ha messo in luce degli aspetti di me — sotto un punto di vista attoriale, di attrice comica —  che io forse sapevo di avere, ma tenevo lì. Lui è riuscito a togliermi un po’ di polvere e mi ha spronato a fare tante cose che probabilmente non avrei mai fatto.

Come hai conosciuto Andrea?
Ci siamo conosciuti alla premiere di un film, io ero già una sua super fan, dei suoi video, delle sue canzoni, delle parodie che faceva. Quindi non vedevo l’ora di conoscerlo. Ci siamo fidanzati dopo molto tempo. Quindi non è stato amore a prima vista, però la cosa bella è che noi partiamo dall’essere molto amici. Siamo dei compagnoni, un po’ il gatto e la volpe. Lui è veramente la persona con cui mi diverto più al mondo e creare una famiglia con una persona così per me equivale a 100 punti a Grifondoro. Se io prima di incontrarlo avessi visto la nostra reazione da fuori, avrei detto: «Voglio quello».

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