16.05.2025
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Economy

la Francia rischia più dell’Italia?


Le elezioni anticipate prima, i risultati delle elezioni poi, hanno accesso i riflettori dei mercati sul futuro dell’economia francese. A preoccupare è in particolare l’ammontare raggiunto dal debito pubblico. La forza dimostrata dai partiti di destra e sinistra tanto in sede di elezioni europee quanto nelle elezioni nazionali, ha rafforzato le preoccupazioni, dal momento che i programmi di entrambe le parti lasciano presagire un ulteriore aumento della spesa pubblica.


Di fronte a questo scenario, a partire dal 10 giugno 2024 lo spread tra l’OAT a 10 anni e il Bund tedesco si è ampliato superando gli 80 punti base il 14 dello stesso mese, dai circa 50 di partenza. Allora in Francia il ritorno dello spread? Banca del Fucino, una delle realtà bancarie più dinamiche, efficienti, redditizie che, grazie alla gestione di Francesco Maiolini, sta costruendo il nuovo salotto buono dell’economia e finanza romana, ha curato il secondo studio sui paesi europei: dopo la Germania, ora la Francia curato da Vladimiro Giacchè e Michele Tonoletti. «Il timore è che le attuali turbolenze sul mercato del debito sovrano francese possano riverberarsi sugli spread dei paesi “periferici” dell’area euro» si legge nel rapporto uscito oggi 16 luglio. «Il peso del debito pubblico italiano non va certamente sottovalutato. Tuttavia, non meno rilevante per una valutazione complessiva appaiono le differenze tra le congiunture dei due paesi». «Entrambe le economie — prosegue l’analisi, quella francese e quella italiana, hanno visto un rilevante aumento del proprio debito pubblico in termini assoluti. Diverso è stato invece l’andamento del rapporto debito/pil tra i due Paesi: dopo il picco raggiunto, per entrambe le economie, all’altezza del primo trimestre 2021, l’Italia è riuscita a ridurre il rapporto di 20,5 punti percentuali, fino al 137,7% del pil nell’ultimo trimestre del 2023; anche nel caso francese si è assistito ad una diminuzione, ma di portata molto minore, pari a 6,9 punti percentuali.

In tal modo, tra il quarto trimestre 2019 e il quarto del 2023 il rapporto debito/pil italiano è aumentato di soli 3,1 punti percentuali, a fronte del +12,7 francese». Tra le maggiori economie dell’eurozona, quella italiana ha avuto una ripresa dallo shock pandemico particolarmente forte, superando del 4,6%, secondo gli ultimi dati disponibili, il livello del pil del quarto trimestre 2019. «Anche la Francia ha recuperato e superato nel corso del 2021 il livello del pil pre-pandemico, ma l’eccedenza rispetto al livello pre-pandemico è stata minore, l’esatta metà del dato italiano (2,3%) e meno della media dell’eurozona». Significativo anche l’andamento della produzione industriale: l’Italia si trova oggi a 2,2 punti percentuali al di sotto del livello di dicembre 2019, a fronte di un -8,7% della Germania e un -4,9% della Francia. Dal secondo trimestre del 2020 l’Italia è risultata in disavanzo primario dopo un ventennio nel quale, al netto degli interessi sul debito pregresso, il bilancio statale italiano era stato in surplus quasi ininterrottamente. La Francia ha registrato un disavanzo primario quasi senza soluzione di continuità dal 2003. La bilancia commerciale transalpina è rimasta in rosso dal 2006 in avanti; al contrario quella italiana è in positivo dal 2012, con la sola breve eccezione del 2022, l’Italia, a differenza della Francia, può contare su un afflusso netto di ricchezza legato alla bilancia commerciale. «Buon successo — si legge ancora ne4llo studio — per quanto riguarda il collocamento dei titoli di Stato italiani presso i residenti: al 31/03/2024 risultava in mano famiglie e imprese non finanziarie il 14,1% del debito pubblico italiano, una quota in crescita pressoché ininterrotta da circa due anni. Da un anno è in aumento anche la quota detenuta da non residenti si è attestata al 28,7%». L’aumento della domanda di Btp ha contribuito a controbilanciare l’effetto sui prezzi del calo degli acquisti di titoli di debito pubblico da parte della Banca centrale.

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