La Russia ha rafforzato la sua presenza nel Mar Baltico, e non solo, attraverso la sua nota flotta ombra. Petroliere che battono bandiere di diversi Paesi ma che agiscono per conto di Mosca, conducendo sabotaggi (in particolare contro i cavi sottomarini) e attività di spionaggio. Quest’ultimo caso è emerso dalla presenza di personale russo legato ai servizi militari e di sicurezza del Paese a bordo di queste navi, per lo più sanzionate dall’Ue, che trasportano petrolio russo illegalmente. Secondo fonti dei servizi di intelligence occidentali e ucraini questi agenti avrebbero condotto atti di spionaggio nelle acque europee mentre lavoravano in modo clandestino sulle navi. Dall’invasione dell’Ucraina, Mosca ha sviluppato una «flotta ombra» composta da centinaia di petroliere, che trasportano il greggio russo dai porti del Baltico e del Mar Nero, generando per il Cremlino centinaia di milioni di dollari ogni anno. Negli ultimi mesi, alcune di queste navi avrebbero aggiunto membri sospetti all’equipaggio. E tra questi ne è stato identificato uno di particolare rilevanza: l’ex capo di una delle unità delle forze speciali, la Spetsnaz.
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