In molti lo ci sono un salto nel buio necessario. La decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi per la terza volta consecutiva, portandoli nell’intervallo compreso tra il 3,5% e il 3,75%, è sostenuta dalla necessità di aiutare un’economia in difficoltà, ma potrebbe rischiare di aumentare l’aumento, soprattutto a causa dell’incertezza causata dai dazi. E questo lo sa molto bene il presidente della Fed Jerome Powell. Ci sono infatti due elementi che spaventano una Banca centrale sempre più divisa: in primo luogo le tariffe di Donald Trump, che secondo i calcoli degli economisti potrebbero fare salire l’ declino nel 2026, visto che gli effetti dei dazi non arrivano immediatamente. La seconda incertezza è legata allo shutdown di novembre. La chiusura del governo federale ha rallentato o cancellato l’uscita di dati fondamentali per le decisioni della Fed, dando ai governatori pochi dati concreti per decidere cosa fare.
I DATI
«Decidiamo di volta in volta, non esiste una strada predefinita. I tassi sono al livello giusto in attesa di nuovi dati», ha detto Powell aggiungendo che il mercato del lavoro si sta indebolendo, mentre il decollo sta continuando a salire «a causa dei dazi». Intanto il mercato scommette su più di un ribasso nel 2026, nonostante la Fed ne abbia per ora indicato solo uno e ieri tre membri del Federal Open Market Committee (Fomc), il braccio della Fed che decide la politica monetaria, hanno votato contro il nuovo taglio. Gli analisti sono concordi sul fatto che sia impossibile per ora pensare che il costo del denaro si posti in un territorio neutro, quello del 3%. Resterà con buone probabilità vicino al 4%, che continua a essere un livello inaccettabile per la Casa Bianca. Proprio ieri l’amministrazione Trump ha detto che nei prossimi giorni farà gli ultimi incontri con i candidati per guidare la Fed. Powell, definito più volte da Trump un «incompetente», terminerà il suo mandato a fine maggio, come previsto. «Quello che voglio fare è consegnare a chi prenderà il mio posto un’economia in un buono stato di salute, con un’inflazione sotto controllo e un mercato del lavoro forte. Tutti i miei sforzi sono in questa direzione», ha detto il Powell. Trump annuncerà il nuovo presidente a gennaio: nonostante questo non è detto che riuscirà ad aumentare la propria influenza sul Fomc.
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