A dare nuove informazioni è Simona Bernardini, un’amica di Mirella Gregori, che nel corso di un’audizione alla Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi, presieduta dal senatore Andrea De Priamo, ha rivelato di sospettare che la famiglia De Vito sappia qualcosa sulla scomparsa della ragazza.
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Chi è Sonia De Vito, migliore amica di Mirella Gregori
«Ho percepito che Sonia sapesse dove andava e con chi sia andata Mirella» nel giorno della sua scomparsa, spiega Simona.
Sonia De Vito era la migliore amica di Mirella al tempo della sparizione, figlia dei proprietari di un bar proprio sotto casa della ragazza, dove Gregori stessa lavorava.
Le due si erano incontrate al bar prima che Mirella si dirigesse da sola verso un misterioso appuntamento.
«A Villa Torlonia non so chi ha visto, chi ha potuto incontrare — ha continuato la vecchia amica, spesso interrotta da momenti di commozione -. Forse quello che c’è da rimproverare all’epoca è la mancanza di attenzioni nelle indagini: si è pensato a una ‘ragazzata’, a una ‘sciocchezza’, ma Mirella era una persona semplice, non era complicata».
«Io in questi anni ho fatto di tutto: sono andata in televisione e l’ho fatto per sua sorella Antonietta», ricorda. «Sonia — aggiunge -, ha invece messo un muro ed è l’unica che può sapere qualcosa in più».
Di recente era stato pubblicato sul sito della Commissione anche il resoconto stenografico dell’audizione dell’11 luglio scorso di Giuseppe Calì, un testimone chiave che all’epoca lavorava nel bar dei De Vito, i genitori di Sonia.
Le parole del testimone chiave
Calì era presente nel bar il giorno della scomparsa di Mirella e la sua ricostruzione è stata giudicata importante per almeno due aspetti: la direzione presa da Mirella all’uscita dopo l’incontro con Sonia nel bar dei De Vito e il cambio di atteggiamento della stessa famiglia De Vito dopo la scomparsa di Mirella.
«Era quasi finito il turno di lavoro — ha rievocato Calì -, perché di solito alle quattro staccavo e andavo a casa a riposare. Non ricordo se fossero circa le tre, scese Mirella e con Sonia se ne andarono un attimo in bagno e stettero dentro un quarto d’ora. Pensavo anche più di un quarto d’ora, perché, mentre servivo i clienti, avevo bussato avvertendo di liberarlo perché anche la gente doveva andare in bagno. Poi sono uscite, ma non so cosa si fossero dette. Nel frattempo, mentre stavo al telefono con la mia ragazza, Mirella viene a salutarmi, dandomi una pacca sulla spalla. Quando mi sono girato dalla parte dell’uscita, ho visto lei e Sonia dalla parte del bar che hanno parlato per altri cinque minuti. Poi lei è uscita andando a destra, dal lato del monumento al Bersagliere. A sinistra c’è Villa Torlonia, ma lei è andata via a destra da sola». «Ho pensato — continua la deposizione — che dovessero andare entrambe a questo appuntamento. Solo Sonia non si è potuta spostare e, nel frattempo, tra il bagno e quel momento Sonia le avrà detto: vai tu! Perché ho visto la faccia di Mirella diversa da prima. Evidentemente, non si aspettava di dover andare da sola all’appuntamento». «Con Sonia non si sapeva mai se diceva il vero o il falso — prosegue Calì».
«Appena successo il fatto i De Vito si sono estraniati dal caso — dice ancora. Poi non c’è stato più contatto con loro, perché lei non è stata d’aiuto. Bastava un minimo aiuto in quel momento». Nella famiglia De Vito, «la paura c’era, perché una volta saputa la cosa siamo rimasti tutti sbigottiti. Sapevamo che doveva andare a un appuntamento ed è sparita».
Il padre di Sonia, «si raccomandava alla figlia di non dire niente. Non posso dire se si siano detti qualcosa, ma si sono spaventati, quello sì. Il bar era molto frequentato e la polizia veniva sempre. La cosa strana era che davano l’impressione come di volerlo proteggere, perché evidentemente il bar faceva paura a quell’ora. C’era più di qualche brutta faccia ed anche io mi preoccupavo, ma finiva lì. In bagno Sonia e Mirella si chiudevano spesso, non soltanto quel giorno. Anzi, la cosa che ha attirato più la mia attenzione è stata la maglietta di Mirella quando è uscita dal bagno, in quanto era la maglia di Sonia».
Il bar e le contraddizioni del marito
All’esplicita domanda del presidente della Commissione, il senatore Andrea De Priamo, se gli fu rimproverato qualcosa dalla famiglia De Vito, Calì risponde: «Sonia mi disse: ma perché hai detto che è andata a destra? Perché l’ho vista andare lì. Perché devo dire che è andata a Villa Torlonia? Villa Torlonia non c’entra niente». Poi, dopo la scomparsa, afferma Calì, i De Vito «non erano più come prima, ma a me non interessava. Io lavoro, tu mi paghi e basta», «ho capito solo — aggiunge sul padre di Sonia — che lui aveva detto queste cose perché si sono spaventati, perché hanno capito che la cosa era grave, perché Mirella era sparita ed evidentemente c’era qualcosa che non andava. Sicuramente, lui si è spaventato, pensando che la figlia sapesse di più. Allora ha raccomandato di non dire niente».
Nel corso dei suoi lavori, la Commissione ha rilevato le dichiarazioni contrastanti di Fabio Massimo De Rosa, marito di Sonia De Vito, audito due volte. Prima della pausa estiva, De Priamo aveva parlato della volontà della Commissione di trasmettere alla procura gli atti affinchè sia questa a valutare se le dichiarazioni contraddittorie di De Rosa, non solo sull’orario in cui si recò al bar dei De Vito il giorno della scomparsa di Mirella Gregori, ma anche in merito ad altri aspetti, costituiscano qualche reato.
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