Nuove indagini scientifiche sulla celebre mummia egizia della donna urlante, scoperta negli anni Trenta vicino a Luxor, hanno svelato che la sua agghiacciante espressione non è dovuta alle tecniche di imbalsamazione, ma agli spasmi di dolore che la portarono alla morte a 48 anni.
Studio e scoperte recenti
Il mistero della causa del decesso rimane irrisolto, ma una recente ricerca pubblicata su Frontiers in Medicine dalla radiologa Sahar Saleem dell’Università del Cairo e dall’antropologa Samia El-Merghani ha ricostruito la sua «cartella clinica». Utilizzando la tomografia computerizzata, la microscopia a scansione elettronica, la spettroscopia e la diffrazione a raggi X, le ricercatrici hanno virtualmente dissezionato la mummia per analizzare i materiali di imbalsamazione.
Contesto storico e dibattito archeologico
La mummia, conservata al Museo Egizio del Cairo, fu trovata nel 1935 durante una spedizione del Metropolitan Museum di New York a Deir Elbahari, vicino a Luxor. Il sarcofago di legno, rinvenuto sotto la tomba di Senmut, l’architetto della regina Hatschepsut, mostrava un’espressione facciale che ha suscitato un intenso dibattito tra gli archeologi. La questione sollevò un acceso dibattito tra gli archeologi, divisi tra chi sosteneva che fosse il frutto di un’imbalsamazione approssimativa e chi invece optava per un’espressione di dolore fisico legato a uno stato di agonia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this