Decreto flussi e migranti, prosegue la polemica. «Con un colpo di penna si vorrebbe stravolgere l’ordinario assetto delle competenze. La Corte di appello — già gravata da importanti carichi di lavoro che ci hanno fatto dubitare della possibilità di centrare gli ambiziosi obiettivi del Pnrr — dovrebbe occuparsi delle procedure di convalida, se non ho letto male addirittura con le sue sezioni penali. È assai difficile rinvenire un principio di razionalità in questo stravolgimento dell’ordine delle competenze». A dirlo il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, nella sua relazione nel Comitato direttivo centrale dell’Anm in corso a Roma. Il riferimento è all’emendamento al decreto flussi, in base al quale la competenza a decidere sulla convalida dei trattenimenti dovrebbe essere «spostata» alla Corte d’Appello.
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Per Santalucia l’emendamento è «diretto a spogliare le sezioni specializzate «immigrazione» dei Tribunali della competenza sulla convalida dei trattenimenti, con soave e sorprendente indifferenza per le ragioni dell’organizzazione giudiziaria». Secondo il presidente dell’Anm, «è assai difficile rinvenire un principio di razionalità in questo stravolgimento dell’ordine delle competenze». «Si percepisce piuttosto — ha aggiunto -, la voglia di rappresentare nel modo più plateale, appunto, con la sottrazione di competenza, la sfiducia nella giurisdizione, movendo dalla fantasiosa convinzione che i magistrati comunisti si siano collocati proditoriamente nelle sezioni specializzate «immigrazione» dei Tribunali per attuare il sabotaggio delle politiche governative».
Nordio: «Musk? Non commento fa parte di dialettica politica esasperata»
“Non commento le espressioni soprattutto provenienti da persone che in questo momento non rivestono ruoli istituzionali, del resto, ne abbiamo sentito di tutti i colori”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo al convegno della Fondazione Iniziativa Europa a Stresa a proposito delle affermazioni di Elon Musk sui giudici italiani. “Anche nei nostri confronti sono state dette cose terribili — ha aggiunto il ministro — in Parlamento quando abbiamo proposto la limitazione delle intercettazioni hanno detto che volevamo aiutare la mafia o il terrorismo: detto a un ministro della Giustizia che quarant’anni fa ha rischiato la vita con le Brigate Rosse mi è sembrato un po’ offensivo” . “Ci sono momenti in cui le parole sfuggono dal cervello, agiscono da sole, ma fa parte della dialettica politica un po’ esasperata di questi tempi”, ha concluso Nordio.
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