IL RACCONTO
dal nostro inviato
CEGLIE MESSAPICA Eccola, Giorgia Meloni. È arrivata davvero in Puglia, nel Salento, nel borgo-cartolina di Ceglie Messapica ricoperto di pietra bianca che culla le sue vacanze estive ormai da cinque anni. Quando è ormai buio il corteo di auto della premier si ferma di fronte alla Masseria Beneficio, resort immerso fra i campi di ulivi. Solo a tarda sera, perché il corteo ha già fatto una tappa significativa. A Borgo Egnazia, nell’hotel di lusso che ha ospitato il G7 a giugno, i grandi del mondo, Biden e Macron, Scholz e Trudeau.
LA TAPPA
Che ricordi. «Un successo», ripete da mesi Meloni pensando al conclave dei grandi in Puglia, a Savelletri di Fasano, sotto la guida italiana. Si ferma a cena la presidente del Consiglio.
Come da chi? Da Aldo Melpignano, l’uomo dietro la masseria dei vip che ha inebriato i leader mondiali per tre giorni, direttore d’orchestra della logistica G7 insieme alla moglie Marisa. Meloni torna sui suoi passi. Lo fa insieme alla famiglia che la segue. Per mano tiene la piccola Ginevra, figlia inseparabile, a Roma come nei viaggi a Pechino e Washington.
Poi Arianna, sorella maggiore e maggiore consigliera, le sue due bambine, il cognato Francesco Lollobrigida che anche l’altr’anno era qui e per la gioia dei commensali grigliava senza pietà chili di granchi blu, nemici giurati dell’Agrifood made in Italy. Li raggiungerà a Ceglie Andrea Giambruno, già compagno della premier, qui in veste di ex e papà, «ci vogliamo bene» ha confessato a Chi Meloni nei giorni scorsi. La tappa a Borgo Egnazia è più di un’operazione amarcord. Si attovaglia, la premier, fra le casette in pietra che per mesi hanno occupato i suoi pensieri, gonfiato l’attesa e l’ansia per l’appuntamento-clou del suo secondo anno a Palazzo Chigi.
Uno spartiacque, ne è convinta la timoniera del centrodestra, perché al netto dei fuoriprogramma e di qualche incidente — le stilettate di Macron sull’aborto, quelle di Scholz sull’ “estrema destra” che comanda a Roma — il conclave dei grandi in Puglia è considerato dalla leader un momento-rivelatorio del suo percorso internazionale. Dalla Garbatella a Palazzo Chigi, da lì al timone delle sette potenze occidentali, il resto è da scrivere. E chissà se fra un panzerotto e una fetta di fiordilatte predisposti dai Melpignano Meloni ha avuto modo di ripercorrere i luoghi-simbolo della tre giorni di giugno. I pratoni calcati dai leader, lo spettacolo dei paracadutisti avvolti nel tricolore, osservati da un Biden già offuscato e confuso, ripreso in scatti che hanno fatto irruzione nella campagna presidenziale americana. Ricordi rosei, altri meno. Il can can sul diritto all’aborto che si è preso i riflettori dei media, i caminetti franco-tedeschi con Ursula von der Leyen, di lì a poco nominata di nuovo presidente della Commissione europea con l’astensione del governo italiano.
IL BREAK ESTIVO
Tant’è. Meloni di quel vertice ha sempre visto il bicchiere mezzo pieno. Come i galloni che per altri cinque mesi le permettono di sedere sulla poltrona più alta dei tavoli internazionali, in regia come presidente G7 delle tante crisi che chiamano in causa l’Italia, dalla polveriera mediorientale alla guerra in Ucraina. Tappa veloce (ma c’è chi giura che la premier sia in Puglia già da due giorni: la masseria di Ceglie era occupata da un matrimonio), poi il buen retiro al riparo dei mattoncini di Masseria Beneficio. Già trasformata in un bunker. Con buona pace di politici e politicanti locali, classe dirigente made in Puglia in fila indiana per chiedere un’udienza, un’imposizione taumaturgica delle mani della leader, a tirare la giacchetta a Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute e vedetta meloniana in regione anche lui in masseria, «ci metti una buona parola?».
Qualche strappo forse se lo concederà la premier, un’apparizione al bar, in pasticceria, selfie rubati dai negozianti di Ceglie che già si spintonano all’idea. E poi? Chissà. Gira voce di un blitz in Sardegna dopo Ferragosto, e alla voce ne segue subito un’altra intrigante: non sarà in preparazione un incontro con Marina e Pier Silvio Berlusconi in quel di Villa Certosa, la pantagruelica residenza sarda della famiglia, già teatro di mille diapositive dell’epopea del Cavaliere? Nessuna conferma, smentite neanche. Di sicuro c’è il break pugliese, lontano dal brusio della politica — giustizia, riforme, manovra — che a breve riprenderà fra i palazzi romani.
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