Un video virale pubblicato da un influencer nei giorni scorsi ha acceso il dibattito online: è davvero possibile comprare una borsa prodotta in Cina a 20 dollari, cucirle una zip in Italia e rivenderla come “Made in Italy” a 2000 dollari?
Spoiler: no, non è così semplice. Ma la questione è delicata e va spiegata con chiarezza.
Lo abbiamo fatto con il professor Fabio Bassan, avvocato e docente ordinario di Diritto internazionale e dell’Unione europea all’Università Roma Tre, che chiarisce cosa prevede davvero la legge, cosa si intende per «trasformazione sostanziale», e come tutelare il vero Made in Italy da scorciatoie e disinformazione.
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