«Da parte nostra c’è sempre vicinanza e sofferenza. Ci sono tante domande di fronte a questa scelta che comunque richiede rispetto». Il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, nella conferenza stampa ad Assisi al termine della assemblea dei vescovi, tocca anche il caso della morte delle gemelle Kessler che hanno fatto ricorso in Germania al suicidio accompagnato, legalmente riconosciuto. Il caso ha offerto l’occasione per allargare la riflessione alla situazione italiana.
«Il problema è strutturale» e — per quanto riguarda l’Italia — ha aggiunto l’arcivescovo di Bologna, «ci preoccupa l’autonomia differenziata sul suicidio assistito».
Il riferimento è al far west regionale. Per questo i vescovi sono in attesa della decisione della Corte costituzionale: «il dibattito in corso non è su un diritto ma sulla depenalizzazione. Di sicuro l’insistenza sulle cure palliative, che devono essere garantite a tutti che non ha trovato minimamente attuazione, è una preoccupazione che abbiamo. Naturalmente le cure palliative devono essere garantite a tutti e in ogni regione per garantire dignità fino alla fine, per sopportare il dolore del fine vita».
La vicenda delle sorelle Kessler ha avuto una eco mediatica enorme in tutta Europa. Un altro vescovo che non si è sottratto alle domande in materia è monsignor Francesco Savino. A suo dire « Si chiude un’epoca in maniera tragica . Appena ho sentito la notizia ho pregato per loro. Ero giovane quando vedevo i loro spettacoli in bianco e nero, sono rimasto molto male e amareggiato. La mia generazione e’ cresciuta con loro, mi ricordo il sabato sera gli spettacoli su Rai1 in bianco e nero». Il modo pianificato di eclissarsi dal mondo delle due showgirl tedesche ormai novantenni ha aperto una riflessione sul peso della solitudine per gli anziani. «Non dobbiamo lasciare nessuno da solo. C’è chi dice: la vita è mia e me la gestisco come voglio. Per noi cristiani la vita è un dono ».
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