ROMA L’avevamo lasciata lì, depositata in entrambi i rami del Parlamento a ottobre scorso, come atto finale di una battaglia politica non condivisa dagli altri alleati di governo. Eppure, oggi, la proposta di legge di Forza Italia sulla cittadinanza — ottenibile dopo dieci anni di scuola frequentati con profitto — torna a riprendersi prepotentemente la scena politica. Galeotte sono state le parole del portavoce azzurro Raffaele Nevi a Repubblica: «Se il Pd decide di calendarizzare lo Ius scholae, noi siamo pronti a votarlo». Una mossa che arriva nonostante la bocciatura dei referendum sulla cittadinanza e la posizione immutata sul tema da parte di Fratelli d’Italia e della Lega. «Una proposta tecnicamente sbagliata, irricevibile», la bollano subito dal Carroccio, mentre da via della Scrofa la responsabile immigrazione di Fdi, Sara Kelany, ribadisce: «La legge sulla cittadinanza per noi va bene così», anche perché, sottolinea, «non riteniamo che ci sia un’esigenza pressante su questo tema». A Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di via della Scrofa, il compito di stemperare gli animi: «Non è un caso che crea particolari tensioni il fatto che Forza Italia abbia una posizione diversa dalla nostra. Il nostro programma è chiaro a questo noi ci atteniamo». Dello stesso tenore l’ecumenico leader di Noi moderati, Maurizio Lupi: «Le forzature rischiano solo di rompere l’unità della coalizione».
Ius Scholae, Fi spinge per la riforma: «Siamo pronti ad approvarlo con il Pd». La Lega continua ad opporsi
LA STRATEGIA
Nessuna strategia in vista del tavolo per le Regionali, giurano dal quartier generale degli azzurri, né tantomeno un escamotage per indispettire la Lega. Tant’è che è lo stesso Antonio Tajani, di prima mattina, a ribadire il concetto espresso da Nevi: «È il Pd che deve votare la nostra proposta. Chiunque vuole votare la nostra proposta la voti». Tornando poi, a rincarare la dose nel pomeriggio, a margine del question time in Senato: «Non siamo disponibili a nessuna trattativa sulla nostra proposta», sentenzia il vicepremier che, con i cronisti, tira in ballo, non a caso, il testo dei dem un ‘ibrido’ tra Ius soli e Ius Scholae, che prevede, tra l’altro, l’acquisizione della cittadinanza per chi è arrivato in Italia entro i 12 anni e abbia frequentato almeno cinque anni di scuola, inclusa quella dell’infanzia. «Sto aspettando che le opposizioni si dicano favorevoli alla nostra proposta sui 10 anni». Nonostante l’impegno a incardinare la proposta in Parlamento, è Tajani stesso, però, a prendere tempo: «Adesso ci sono tutti i decreti, è tutto ingolfato. Lo Ius Italiae non è una priorità del momento». Frasi che lasciano intendere una possibile ripresa del tema solo al ritorno dalla pausa estiva.
IL RETROSCENA
Non è detto, però, che qualcuno, alla fine, non si muova d’anticipo. Dando corpo a uno dei timori che agita di più il partito di via della Scrofa in queste ore: la richiesta di incardinamento da parte di un gruppo di opposizione e l’iter d’esame della proposta di FI, a cui sarebbero affiancate anche le proposte avanzate negli scorsi mesi anche da altri gruppi — con l’obiettivo di arrivare a un testo unificato.
LA VARIABILE
La tentazione c’è, e la conferma al Messaggero il senatore M5S, Stefano Patuanelli: « Nella capigruppo di martedì chiederò di poter incardinare il provvedimento». A cogliere al balzo la “provocazione” di Tajani, anche molti riformisti dem: «L’apertura di Forza Italia sullo Ius scholae è una possibilità che va verificata ed esperita, non lasciata cadere», dice Filippo Sensi. Mentre il capogruppo in Senato, Francesco Boccia, sempre a questo giornale, assicura che i «membri del Pd nelle commissioni faranno la loro parte». L’unica a condividere la proposta di Forza Italia, senza mezzi termini, è Azione: «Se FI porterà al voto una legge sullo ius scholae Azione la sosterrà convintamente», dice Carlo Calenda. Mentre, l’ex alleato del Terzo polo, Matteo Renzi pungula il vice premier: «Ha così tanta paura della premier da non portare in Aula quello che dice, quello che ha detto, un anno fa, al meeting di Rimini. Un po’ di coraggio, abbia la forza di difendere le sue idee!».
Apertura al confronto anche da Più Europa e Alleanza verdi Sinistra, che pure temono che Forza Italia non faccia sul serio. In caso di richiesta di incardinamento del testo in commissione, diventerebbe più complicato fermare la proposta e, per i contrari, non resterebbe che cercare di rallentarne l’iter, a colpi di audizioni ed emendamenti, nella speranza che sia bypassata da decreti e altri provvedimenti urgenti. Nessuna presa di posizione ufficiale da parte di Palazzo Chigi, nonostante da ambienti di Fratelli d’Italia siano molti a supporre che la premier possa essere indispettiva per la mossa degli alleati azzurri. Ora però, da via della Scrofa si sta a guardare e si spera tramonti anche l’ipotesi dell’incardinamento: «Non succede, ma se succede..»
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