Annamaria Gusso faceva parte della comitiva di Azione Cattolica frequentata dal fratello e dalle sorelle di Emanuela Orlandi. Ma non solo: è anche figlia del maggiordomo di Giovanni XXIII e poi collaboratore dei Papi successivi fino alla pensione nel 2000. In audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, Annamaria Gusso ha detto: «Io mi sono fatta l’idea di quello che dice Pietro Orlandi: io sto con lui. Ci sono tante piste, Londra, la Magliana. Condivido quello che dicono Pietro e l’avvocato Sgrò (legale della famiglia Orlandi ndr)».
«Abitavo in Vaticano — ha ricordato — il rapporto con la famiglia Orlandi era molto stretto, di fronte a casa nostra ci stava la casa della famiglia Orlandi e siamo cresciuti insieme fin dall’infanzia».
Riguardo al suo rapporto con la ragazza scomparsa Gusso ha spiegato che «essendo io più grande, non c’era molta affinità» ma «ho un bellissimo ricordo di Emanuela. Era solare, piena di vita, una ragazza che voleva affrontare la vita come tutte le adolescenti».
«Amava molto la musica, le piaceva cantare e la domenica a Sant’Anna cantava anche da sola», prosegue. Gusso, come detto, è anche la figlia dell’ex maggiordomo di Roncalli: «Papà è stato maggiordomo di Giovanni XXIII poi, morto il Santo Padre, lavorava in anticamera pontificia con Paolo VI e Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II fino al 2000 quando è andato in pensione».
Emanuela Orlandi, la testimonianza della figlia del maggiordomo di Giovanni XXIII
Rispondendo alle domande dei commissari, Annamaria Gusso ha ripercorso la sera della scomparsa di Emanuela: «Stavo a casa, aspettavamo mia sorella per cenare» visto che sua sorella «era con la comitiva e aspettavano Emanuela a Castel Sant’Angelo».
«Ho saputo della scomparsa il giorno dopo — ha continuato — mio padre lo ha saputo e, sconvolto, è venuto a casa e mi ha detto che Emanuela non aveva rincasato la sera».
«Io sono corsa giù, sono andata dagli Orlandi — ha concluso — Ho abbracciato Maria (la mamma di Emanuela ndr) e le ho detto: «Torna vedrai, mo’ torna» e ci siamo messe a piangere tutte e due». Ripensando a quel periodo «mio padre era sconvolto, non si dava pace di cosa potesse essere successo a Emanuela», ha ricordato Annamaria Gusso che alla domanda se il padre fosse preoccupato soprattutto per la sorella più piccola che all’epoca aveva 13 anni e per il timore che la sparizione improvvisa di Emanuela potesse far presumere un rete di rapimenti ha risposto: «Eravamo tutti preoccupati, ma sapevamo che (mia sorella, ndr) stava sempre in gruppo e mai da sola».
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