23.05.2025
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«Investiti da un downburst, le vittime cercavano bolle d’aria»


Il naufragio del Bayesian al largo di Palermo lasciato dietro di sé una scia di domande irrisolte. La tragedia, che ha causato la morte di sette persone, è ora al centro delle indagini della Procura di Termini Imerese, che ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. Con il Bayesian che già imbarcava acqua e inclinato verso il fondo marino da poppa, prima di adagiarsi su un lato, le vittime che dormivano e non sono riuscite a raggiungere il ponte e gettarsi in mare hanno cercato in tutti i modi di sopravvivere: in cinque erano nella stessa cabina del lato sinistro cercando bolle d’aria per respirare. Un’altra vittima è stata trovata in un altro locale sempre del lato sinistro, Hannah Lynch. 

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Bayesian, l’alcoltest non effettuato

Uno degli aspetti più controversi riguarda la mancata esecuzione dell’alcoltest e del drug test sui membri dell’equipaggio e sugli ospiti a bordo. Nonostante a bordo del veliero si fosse svolta una festa poco prima del disastro, nessuno è stato sottoposto ai controlli. «I membri dell’equipaggio non sono stati sottoposti ad alcoltest e drug test. Erano molto provati sotto choc e necessitavano di cure», ha detto Cartosio. Questa decisione ha sollevato non poche polemiche, in quanto potrebbe aver compromesso la raccolta di prove importanti per determinare eventuali responsabilità.

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Un altro punto cruciale è la presenza in plancia di un uomo al momento del naufragio.

Le indagini stanno cercando di chiarire se la persona al comando fosse effettivamente in grado di gestire l’improvviso evento atmosferico che ha colpito il veliero. Si ipotizza che il Bayesian sia stato investito da un downburst, una violenta raffica di vento che può raggiungere velocità superiori ai 100 km/h. Questo fenomeno potrebbe aver contribuito al rapido affondamento dell’imbarcazione, ma resta da capire se le procedure di sicurezza siano state seguite correttamente e se l’uomo in plancia abbia avuto il tempo e la lucidità necessari per reagire. «Le due imbarcazioni potevano stare in rada in quella zona. Per quella sera non c’era un’allerta di burrasca». Lo ha detto Raffaele Macauda comandante della Capitaneria di Porto di Palermo in conferenza stampa sul naufragio del Bayesian. Il riferimento, oltre che per la barca a vela di lusso affondata è per l’altro veliero, Sir Robert B. P., battente bandiera olandese, il cui equipaggio ha soccorso i naufraghi. 

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Bayesian, il fenomeno de downburst

I pm di Termini Imerese dopo sei giorni dal naufragio ricostruiscono la vicenda facendo immaginare i minuti di terrore che le vittime hanno vissuto prima di morire passando dal sonno alla sveglia improvvisa col veliero «investito da un downburst», un fenomeno meteorologico con le forti raffiche di vento che escono dal temporale e possono raggiungere velocità anche superiori ai 100 km orari, che ha fatto colare a picco la barca di lusso. «Si è trattato di un evento repentino e improvviso», ha detto il pm Raffaele Cammarano che coordina le indagini sul naufragio. Il procuratore Ambrogio Cartosio, dopo avere aperto la conferenza stampa scusandosi per non aver fornito notizie ma è «la legge che ostacola la libera informazione» e lui pur non condividendo è stato «in silenzio perchè le norme si rispettano» ha fatto il punto sulle indagini. «Abbiamo aperto un fascicolo a carico di ignoti — ha detto — con l’ipotesi d’accusa di naufragio colposo e omicidio colposo. Potrebbe anche essere possibile che iscriviamo nel registro gli eventuali indagati prima del recupero del veliero». Per il procuratore, che nei prossimi giorni farà eseguire le autopsie, è «verosimile che siano stati commessi reati di omicidio colposo e naufragio colposo. Bisogna stabilire a chi sono ascrivibili questi reati. Stiamo studiando e valutando chi ha responsabilità di quanto successo. Se il comandante, se l’intero equipaggio o i costruttori».

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La società armatrice ha manifestato la volontà di recuperare il veliero — ha detto il comandante della Capitaneria di porto a Palermo, Raffaele Macauda — ma per farlo ci vuole un piano da presentare all’autorità marittima». Il pm Cammarano ha spiegato che gli «inquirenti non hanno certezza che ci sia una scatola nera». I pm puntano la loro attenzione sul fatto che tutto l’equipaggio, tranne il cuoco, si è salvato perchè evidentemente le persone avevano lasciato le loro cabine. «In questa prima fase — è stato detto — si era puntato sulla ricerca. Dobbiamo attendere il recupero del veliero. Non possiamo confermare se c’erano i portelloni aperti. Non vi saranno dichiarazioni su quello che al momento hanno visto i sommozzatori. Possono essere informazioni che devono essere confermate da una seconda verifica». I sommozzatori dei vigili del fuoco, che si sono calati a 50 metri 123 volte, hanno detto di aver rivissuto le stesse sensazioni provate operando nella parte sommersa della nave da crociera Concordia, spiegando che «i corpi nello yacht erano incastrati e i luoghi erano pieni di masserizie con gli arredi che fluttuavano rendendo difficoltoso il recupero dei corpi». La notte del naufragio il Bayesian poteva stare in rada in quella zona perchè non c’era un’allerta di burrasca» ha detto Macauda e in plancia c’era un uomo di guardia prima del naufragio. «L’equipaggio non deve restare in Sicilia, non c’è alcun obbligo di legge», ha detto il procuratore, ma i componenti devono dare la disponibilità per essere riascolati. Solo il comandante della Bayesian, il neozelandese James Cutfield, non potrà per il momento lasciare la regione per essere nuovamente interrogato, evidentemente in tempi brevi. E poche ore dopo sei passeggeri del Bayesian che erano ospiti dell’hotel Domina Zagarella a santa Flavia hanno lasciato l’albergo. Tra loro anche Angela Barcares. Allo Zagarella restano i 9 componenti l’equipaggio.

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