Il Giubileo sta per finire, sono arrivati oltre trenta milioni di persone in Vaticano e non si è verificato un solo incidente. È tempo di bilanci e Leone XIV ieri mattina ha voluto rendere omaggio al lavoro silenzioso, svolto dietro le quinte, dagli apparati di intelligence ricevendo in udienza gli 007 italiani. Una novità in assoluto, poiché per la prima volta le “barbe finte” vengono ospitate nel Palazzo Apostolico per un momento di riflessione comune.
RICATTI
Il discorso che il pontefice ha preparato si è concentrato su alcuni concetti chiave della sua predicazione, per esempio il rispetto dell’etica, la ricerca del bene comune, la trasparenza. Non è però mancato un affondo. «Le informazioni riservate – ha detto loro – non siano usate per intimidire, manipolare, ricattare, screditare il servizio di politici, giornalisti o altri attori della società civile. Tutto ciò vale anche per l’ambito ecclesiale». La frase non era riferita a nulla di specifico sebbene a molti, nel Palazzo Apostolico, ha fatto venire in mente il caso del finanziere Striano, al centro di una complessa inchiesta, proprio per l’attività illegale svolta attraverso accessi abusivi e relativi dossieraggi, raccogliendo oltre 10.000 fascicoli riservati su ministri, politici, giornalisti e persino ecclesiastici. Sarebbero emersi persino alcuni collegamenti con il Processo di Londra celebrato in Vaticano: gli accessi su alcuni profili vennero fatti alcuni mesi prima dell’indagine partita ufficialmente nell’ottobre del 2019. Naturalmente Papa Leone è volato molto più in alto, ha insistito soprattutto un lavoro che richiede tanta «competenza, trasparenza e insieme riservatezza» per monitorare «costantemente i pericoli che potrebbero affacciarsi sulla vita della nazione, e contribuire soprattutto alla tutela della pace» ha sottolineato.
Ad accompagnare al di là del Tevere i vertici del Copasir, del Dis, dell’Aise e dell’Aisi sono stati il Sottosegretario Alfredo Mantovano insieme all’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto. E’ stata poi fatta affiorare la collaborazione esistente tra i servizi italiani e la Gendarmeria vaticana. Infine un ultimo richiamo: «Fate in modo che le vostre azioni siano sempre proporzionate rispetto al bene comune da perseguire e che la tutela della sicurezza nazionale garantisca sempre e comunque i diritti delle persone, la loro vita privata e familiare, la libertà di coscienza e di informazioni, il diritto al giusto processo».
Fra.Gia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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