11.05.2025
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Politics

«Incontrerò tutti». Possibile vertice con von der Leyen


Vorrei incontrare tutti i leader, prendermi cura di loro. I’ll take care of them». Donald Trump ha le idee molto chiare su come spendere una giornata a Roma. Difficile che il funerale di papa Francesco domattina esaurisca l’agenda italiana del commander-in-chief. Deciso a prendersi i riflettori di Piazza San Pietro, una volta concesso l’ultimo addio al pontefice argentino. Nella tarda serata di oggi l’Air Force One con a bordo il presidente e la First Lady Melania atterrerà a Fiumicino. Ripartirà domani pomeriggio: vuole tornare in tempo per festeggiare il compleanno della moglie, forse nella sua residenza in New Jersey. Lascerà libere due o tre ore in mezzo — tra il funerale in piazza e la corsa in aeroporto — per stringere la mano ai grandi del mondo e incontrarne qualcuno a tu per tu.

Magari anche Ursula von der Leyen: la presidente della Commissione europea confida di incastrare nella trasferta romana un mini-vertice chiarificatore con l’uomo forte della Casa Bianca. «Sta guardando a queste possibilità, ma non abbiamo un incontro confermato al momento» ha fatto sapere ieri una portavoce dell’esecutivo europeo lanciando il cuore oltre l’ostacolo. Forse troppo oltre, riflettono a Roma, dove in queste ore si tira il freno su summit e vertici a margine del funerale di un papa.

TRUMP TRATTA

Trump però non chiude all’idea. Tutt’altro. «Molti di loro saranno là e vorranno incontrarmi per parlare di commercio» sogghignava ieri il presidente con i cronisti nello Studio Ovale. Ripetendo un copione ormai consolidato: tutti, nessuno escluso, voglio scendere a patti con il “dealer-in-chief” che ha terremotato le borse mondiali a suon di dazi. A Palazzo Chigi restano cauti sugli incontri romani dell’ospite americano. Ma trattengono il fiato per quelle ore di “buco” in cui tutto può succedere. A partire dal primo incontro di persona fra Trump e von der Leyen da quando si è insediata la nuova amministrazione a Washington. Se dovesse andare in porto, sarebbe comunque un breve rendez-vous, considerati i tempi iper-concertati della permanenza di Trump a Roma.

Ed è difficile, ragionano a Palazzo Chigi, che il presidente americano non voglia coinvolgere in caso Giorgia Meloni, volata alla Casa Bianca solo una settimana fa proprio con la missione di rompere il ghiaccio fra le due sponde dell’Atlantico e mettere in un cassetto le tensioni commerciali. Mentre un vis-a-vis al Quirinale con il Capo di Stato Sergio Mattarella non è al momento previsto. Sull’ipotesi di un vertice formato light tra Ue e Usa, nel giorno del lutto in Vaticano, si concentrano attenzioni e timori del governo italiano. Dove in fondo tutti incrociano le dita perché il confronto tra Trump e von der Leyen si limiti a uno scambio informale, magari all’ombra del Cupolone. E non “bruci” politicamente il vero summit euroatlantico sui dazi a cui lavora da tempo Palazzo Chigi e che potrebbe cadere tra metà maggio e metà giugno. «Io non credo che di fronte alla salma del Papa ci possano essere dibattiti sui dazi, sarebbe una mancanza di rispetto e credo che nessuno voglia fare sgarbi», metteva a verbale ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Non finisce qui. C’è un’altra ombra che si aggira intorno al colonnato di San Pietro e si chiama Volodymyr Zelensky. Sono ore caldissime per il futuro della guerra in Ucraina. Ancora ieri Trump si diceva convinto di riuscire a portare al tavolo Vladimir Putin, «si è offerto di fermare la conquista dell’intera Ucraina» riferiva alla stampa nell’Oval office. Secondo fonti americane il Tycoon sarebbe disposto a incontrare a Roma Zelensky, a cui chiederà di accettare la roadmap per una tregua consegnata alle cancellerie europee dal segretario di Stato Marco Rubio. Di fatto, il congelamento delle conquiste territoriali russe lungo l’attuale linea, salvo aggiustamenti minori e la restituzione agli ucraini della centrale nucleare di Zaporizzhia. Sarebbe il primo vis-a-vis dopo quello disastroso alla Casa Bianca, a febbraio, finito con la cacciata del presidente ucraino e lo stralcio dell’accordo sulle terre rare. Si spiega così allora l’attesa e la tensione della vigilia. A margine del funerale Trump conta di avere altri confronti di persona. Non negherà un saluto al francese Macron come all’inglese Starmer, né all’indiano Modi. Trascorrerà la notte a Villa Madama, in un quartiere Parioli blindato, prima di ripartire con un chilometrico corteo nel pomeriggio. Per le strade di Roma presidiate da cecchini e forze speciali potrebbe rifare capolino la Cadillac One, l’indistruttibile limousine costruita per i presidenti americani su cui Trump ha sfilato nel giorno del giuramento a Capitol Hill.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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