22.05.2025
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Economy

Inail, meno infortuni e morti sul lavoro. Ma ancora tre decessi al giorno


Meno incidenti sul lavoro, più prevenzione e meno morti. Lo rileva l’Inail, che ha aumentato i controlli sulla sicurezza sui posti di lavoro. Secondo il rapporto annuale presentato ieri dai vertici dell’Istituto alla Camera, nel 2023 le denunce di infortunio sono state 590 mila, il 16,1% in meno rispetto alle circa 704 mila del 2022. Gli incidenti mortali denunciati sono stati invece 1.147, 121 in meno (-9,5%) rispetto ai 1.268 del 2022 e 95 in meno (-7,6%) rispetto ai 1.242 di cinque anni prima. Nonostante questo si tratta ancora di una media di tre vittime al giorno.

Questi numeri, secondo l’Inail, sono dovuti per lo più alla minor incidenza di contagi e decessi da Covid tra 2022 e 2023. Al netto dell’effetto pandemia, però, c’è comunque un calo dello 0,6% tra un anno e l’altro. Rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid, la riduzione è stata di circa il 9%. Ad essere davvero preoccupante per l’Inail, però, è il numero di aziende che non rispettano le norme, in primis per la sicurezza sul lavoro: sono state 8.191, pari al 93,73% delle società ispezionate. Grazie ai controlli, però, sono stati regolarizzati oltre 44 mila lavoratori, di cui 1.708 in nero, e sono stati accertati e richiesti premi per oltre 91,1 milioni di euro. Le entrate dell’Istituto sono state di 12,4 miliardi (+6% rispetto al 2022), con un avanzo rispetto alle spese di oltre 3 miliardi.

Gli infortuni riconosciuti sul lavoro, in attesa della conclusione delle pratiche, sono 375.578 (pari al 64% delle denunce). Quelli mortali accertati sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%), certifica l’Inail, «fuori dall’azienda». Tra i settori più colpiti, poi, il 79% degli infortuni ha riguardato industria e servizi (a partire da sanità, edilizia, trasporti, manifattura e magazzini), il 16,3% Stato e pubbliche amministrazioni (soprattutto gli studenti delle scuole) e il 4,5% l’agricoltura. Metà delle denunce si è concentrato nella fascia d’età 40-64 anni, mentre per i decessi la fascia più colpita è quella tra i 50 e i 64 anni. Tra le donne, quindi, sono calate del 27,6% le segnalazioni di incidenti e del 31,9% le morti. Il 61% degli infortuni, poi, si è concentrato al Nord, mentre la riduzione maggiore dei decessi si è registrata nel Centro (-18,7%). Sono invece aumentati al Sud (+6,3%). E ancora: sono cresciute le patologie di origine professionale denunciate all’Inail: nel 2023 sono state oltre 72 mila, il 19,8% in più del 2022. Un aumento, specifica l’Inail, «atteso dopo una forte flessione a causa della pandemia».

GLI INTERVENTI
Secondo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenuta con un videomessaggio alla presentazione del report, la sicurezza sul lavoro «non è un costo, ma un diritto di ogni lavoratore». E garantirlo «è una priorità». Su un tema così importante «non ci si divide» ma «dobbiamo lavorare insieme», è stato l’invito della ministra del Lavoro, Marina Calderone, a sindacati e imprese. Dopo l’avvio della patente a punti per le imprese, il governo ha ricordato che sono in arrivo 1.600 nuovi ispettori e un accordo per la prevenzione con il ministero dell’Agricoltura. Misure del tutto inefficaci per le opposizioni. «Le politiche di prevenzione — secondo Tino Magni, presidente di Avs della Commissione d’indagine sulle condizioni di lavoro al Senato — restano insufficienti e diversi infortuni non vengono alla luce. Serve un piano straordinario per ridurre gli incidenti, con più controlli, sanzioni adeguate e formazione. Vanno aumentati gli ispettori e i fondi, ma soprattutto vanno controllate le filiere della precarietà e dei subappalti». Il presidente dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo, ha accolto l’invito e si è detto disponibile a costruire una strategia nazionale di contrasto agli infortuni.

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