21.05.2025
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Politics

«In vacanza anche con Giambruno per amore di nostra figlia Ginevra»


«Il personale è politico», così recita un vecchio slogan della sinistra. Che adesso sembra essere assunto, o meglio praticato, da Giorgia Meloni. «Il fatto che io sia arrivata con Ginevra in Cina, scendendo mano nella mano dall’aereo, ha fatto molto discutere», racconta la premier al settimanale «Chi»: «Non ne capisco la ragione. Tra viaggi e impegni sono stata via quasi una settimana, secondo chi critica tutto ciò, avrei dovuto lasciare mia figlia a casa, magari a casa di amici? Io penso che ogni mamma sappia cosa sia meglio per la sua prole e debba scegliere in libertà». Ma c’è di più, secondo mamma Giorgia: «Portare Ginevra nei miei viaggi di lavoro è anche una sfida culturale che riguarda tutte le donne: penso che, se io, che sono presidente del Consiglio, riesco a dimostrare che il mio incarico è compatibile con la maternità, allora non ci saranno più scuse per quelli che usano la maternità come pretesto per non far avanzare le donne sul posto di lavoro. Sulla carta, fare un lavoro importante e dimostrare che si possono anche crescere dei figli non dovrebbe essere una rivoluzione, ma in questa società che spesso usa i figli per impedirti di raggiungere i tuoi traguardi probabilmente lo è». «Chi» nel numero in edicola oggi fa insomma un viaggio, guidato dalla protagonista, nell’intimo di Meloni. Che la prossima settimana, andrà in vacanza in una masseria pugliese con Ginevra, Andrea Giambruno (ma da ex che resterà ex), Arianna e Lollo e amici tra cui il sottosegretario alla Salute, Gemmato — considerato laggiù un genius loci — le cui figlie giocheranno con l’amichetta in arrivo da Roma.

Meloni insiste sulla questione femminile. E critica le quote rosa: «La sinistra non ha superato lo shock di vedere che è stata la destra ad esprimere la prima donna premier ma io penso che fosse inevitabile. C’è una differenza sostanziale tra il pensiero conservatore e liberale e quello di sinistra: noi crediamo che il merito venga prima di tutto, loro pensano che le etichette vengano prima di tutto. Risultato: da noi non c’erano preclusioni per alcuno, ma ognuno doveva dimostrare il suo valore e dare il massimo».

 E poi: «Non credo che si difendano i diritti delle donne con battaglie tipo farsi chiamare «la Presidenta». Perché se ti chiamano presidenta, o assessora, ma vieni esclusa dal mondo del lavoro perché hai dei figli, temo che la parità sia ancora parecchio lontana. La sfida vera è costruire un mondo nel quale le donne non vengano discriminate perché sono madri, o potenziali madri».

LA FAMIGLIA

«Chi» è il settimanale berlusconiano. E Giorgia parla anche di Marina e Pier Silvio: «Non hanno alcuna insofferenza verso il governo. Ho rapporti con entrambi, stimo entrambi, e non li considero persone ostili». Più importante comunque il tema familiare: «Io e Andrea vediamo quanto nostra figlia sia felice quando non si deve dividere tra l’uno e l’altra, e anche se la nostra separazione è definitiva, passeremo sempre del tempo felice insieme, come fanno molte altre famiglie con genitori separati». E ancora: «Quando con Andrea ci siamo separati non è stato facile neanche per lei. È legatissima a entrambi. Con noi a lungo ha fatto finta di nulla, ma io so che piangeva quando non la vedevamo. Mi ha fatto venire il cuore come una nocciolina. Fortunatamente, io e Andrea, che rimane il padre migliore che potessi desiderare per mia figlia, abbiamo mantenuto un buon rapporto. E’ importante far capire ai bambini che una separazione non debba scatenare per forza un conflitto tra i genitori. Non è sempre facile, mi rendo conto, ma quando è possibile è utile farlo». E così il terzetto scomposto ma solidale, si sta per avviare al mare.

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