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Ecco cosa provano i campioni quando per una frazione di secondo vedono sfumare il sogno della vittoria ma non per questo si arrendono. Alla delusione dell’immediatezza subentra sempre una scintilla, si fa largo una forza nuova, la speranza di fare meglio e così prende il volo la volontà di riprovarci. Esattamente come accade nella vita dopo una batosta. La storia dello Sport è piena di esempi meravigliosi di atleti che hanno continuato a dare il meglio, fino a vincere. La sconfitta momentanea diventa la metafora della vita ed è proprio quello che hanno focalizzato due giornalisti – Gerardo De Vivo e Serena Sartini – in un bellissimo libro dedicato ai numeri quattro. Si intitola “Quarti di gloria. Storie a un passo dal podio (casa editrice Lab DFG” mette a fuoco i quarti posti sui quali anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di recente si è interessato tanto che al ritorno delle spedizioni olimpiche e paralimpiche ha voluto incontrare non solo i medagliati, ma anche gli atleti che per un soffio non ce l’avevano fatta a raggiungere il podio. Angela Prodica, nuotatrice paralimpica, sintetizza lo spirito: «provare l’ebbrezza del quarto posto per due soli centesimi è importante, perché è dalla sconfitta e dal fallimento che si costruisce la vittoria, nello sport così come nella vita»
Mondiali atletica paralimpica, presentata a Roma la squadra degli azzurri in partenza per Nuova Delhi
Cosa significa dunque arrivare quarti? Che impatto ha nella quotidianità essere rimasto fuori dal podio per un soffio, un decimo di secondo, un centimetro, un gol mancato? Come sarebbe cambiato il destino se quel traguardo l’avesse tagliato un millesimo di secondo prima? Le storie che vengono raccontate, ad alto impatto emotivo, fanno affiorare l’altra faccia della medaglia: quel quarto posto può diventare la spinta per la rinascita. Perché a volte è proprio da lì, da una disfatta bruciante, che nasce la determinazione di un futuro campione.
Nel volume vengono passate al microscopio sedici storie straordinarie di atlete e atleti che, arrivati a un passo dal podio, hanno trasformato un insuccesso in un atto di forza, di orgoglio e rivincita. Un tributo a quei piazzamenti che il Presidente della Repubblica e il Presidente del Coni non hanno esitato a celebrare come simbolo di grandezza. Solo all’Olimpiade di Parigi 2024, l’Italia ne ha collezionati ben 20, primato in una singola edizione. Per la prima volta, quei “quarti posti” – spesso dimenticati – diventano protagonisti di un libro. Da Ivano Camozzi, quarto ai Giochi olimpici invernali di Calgary 1988, a Nadia Battocletti, che a Parigi 2024 è stata per pochi istanti terza nei Cinquemila prima di tornare quarta per un ricorso accolto. Dai Mondiali di calcio del 1978, con l’Italia quarta in Argentina prima del trionfo del 1982, a Vanessa Ferrari, due volte quarta alle Olimpiadi di Londra 2012 e Rio 2016, prima dell’argento di Tokyo 2020, quando tutto sembrava ormai finito. E ancora: Federica Pellegrini, Tania Cagnotto, Novak Djokovic. Nomi che non raccontano solo medaglie e numeri, ma storie di gloria.
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