Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Politics «In manovra aiuti alle madri lavoratrici. Lo Ius scholae? Le divisioni sono a sinistra»
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«In manovra aiuti alle madri lavoratrici. Lo Ius scholae? Le divisioni sono a sinistra»


Ripresa, ci siamo. Tempo di manovra. In attesa dei numeri del Mef si parla già di margini stretti e criticità. Sarà lacrime e sangue?
«Anziché darli si dovrebbe sempre cercare di interpretare i numeri quando li si ha. Non appena sarà definito il perimetro quantitativo avremo un quadro più completo della situazione. Ipotizzare percorsi stretti o strettissimi, o anche larghi o larghissimi mi sembra un esercizio inopportuno».

Certo, in ogni caso non pare tempo di spese pazze. Bisognerà quindi concentrarsi su delle priorità, ma quali saranno?
«Anche per un senso di ovvia responsabilità ritegno che i soldi vadano spesi nel migliore dei modi, al di là di vacche magre o grasse. Detto ciò senza dubbio uno dei punti cardine sarà il taglio del cuneo fiscale, possibilmente cercando di intervenire anche per quanto riguarda una tassazione più leggera per il ceto medio. Poi ci saranno aiuti alle madri lavoratrici perché riteniamo che il tema della natalità debba essere un tema da cui non si può più sfuggire, lo impone la curva demografica. Qualunque cosa si faccia alla fine però è importante sottolineare che è fondamentale preoccuparsi anche del debito pubblico. Non è una variante indipendente da quello che potrà essere il futuro dei giovani. Ma vorrei aggiungere una cosa».

Prego.
«Non trovo corretto che la sinistra continui a giocare contro l’Italia. Hanno una sorta di pulsione che gli deve far dire che andiamo sempre male, viene quasi il dubbio che siano aspiranti impresari di pompe funebri. E invece, tanto per citare un ultimo dato, nelle esportazioni siamo diventati i quarti al mondo superando il Giappone. Questo vuol dire che c’è qualcuno che il proprio lavoro lo sa fare. La battaglia politica ci sta, ma farla in questo modo è tutt’altra cosa. Festeggiare il fatto che l’Italia vada male quando i dati dicono altro è surreale, si può andare contro corrente ma bisogna ricordarsi che i salmoni poi finiscono affettati».

Lo scorso anno ha fatto discutere la scelta della premier di chiedere di ridurre al minimo gli emendamenti. L’approccio sarà lo stesso anche quest’anno?
«Prima la maggioranza si confronterà, farà le sue verifiche, vedrà quali sono davvero le priorità. Poi si deciderà l’iter da seguire».

Un primo confronto ci sarà venerdì, e sul tavolo ci sono anche dei nodi politici…
«È naturale confrontarsi dopo un periodo di sosta, ammesso che tale sia stata effettivamente, e che il premier faccia il punto con i due vice, che sono anche responsabili politici dei rispettivi partiti».

Qualche frizione da appianare pare esserci però.
«Questa dietrologia la lascio a terzi».
Intanto alla ripresa del Parlamento il centrodestra dovrà probabilmente fare i conti con la grana Ius Scholae. Il M5S chiede di calendarizzarla alla prima capigruppo, gli alleati si spaccheranno?
«Se solo dopo due anni di legislatura i cinquestelle si sono accorti che lo Ius Scholae è un problema, mi pare evidente il senso di urgenza che vi attribuiscono. Detto ciò se ritengono di lavorarci in quota opposizione facciano pure, è previsto dal regolamento. Poi prima che arrivi in Aula si vedrà, c’è da andare in commissione, fare le audizioni, trovare l’intesa su un testo base. Non mi pare semplice considerando che al momento le opposizioni hanno tre proposte una diversa dall’altra. E poi il Pd ha sempre avuto una propensione per lo Ius Soli. A me più che il centrodestra pare che è il centrosinistra ad essere diviso».

Non è che Forza Italia ci sia andata leggera negli ultimi giorni.
«Direi che Tajani ha già chiarito benissimo. Ma vede sono polemiche estive, l’anno scorso in questo periodo c’era Vannacci. Due mesi prima invece c’era il salario minimo senza cui sembrava che avremmo visto morire migliaia di persone…».
C’è da chiarire anche quale sarà il ritmo di avanzamento delle riforme costituzionali. Prima la separazione delle carriere o prima il premierato? La madre di tutte le riforme slitterà all’anno prossimo?
«Al momento posso solo dire che non ho proprietà divinatorie. Sto al fatto che ogni giorno leggo che bisogna iniziare l’iter di una proposta di legge e sistematicamente vengono incardinate o nella prima o nella seconda commissione, o magari in congiunta, più se ne iscrivono e meno se ne concludono in tempi brevi. Anche eventualmente lo Ius Scholae dovrebbe andare lì».

Sta salendo l’attesa per l’indicazione di Raffaele Fitto a Commissario europeo. Che deleghe avrà alla fine? E, invece, chi prenderà le sue deleghe a Roma?
«Essendo entrambi compiti del governo lascerei che se ne facciano carico serenamente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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