Il senatore di Azione, Carlo Calenda, è andato al seggio a Roma per votare ai referendum, ma ha trovato la propria scheda elettorale con tutti i timbri esauriti. Un momento di lieve imbarazzo tra gli scrutatori e il senatore. Uno degli scrutatori gli ha spiegato la procedura: «Vada in via Petroselli, le rifanno subito la scheda». All’uscita dal seggio, Calenda ha commentato: «Sono andato a votare e avevo anche la scheda esaurita. Detto questo, sono un senatore eletto: è giusto che chi è eletto vada a votare. Dopodiché sui referendum è una lunga prassi. Chi vuole andare va, chi non vuole andare non va: vuol dire che non è d’accordo con i quesiti e non c’è nulla di antidemocratico in questo». Calenda si è recato a Via Petroselli a ritirare una nuova scheda elettorale, visto che la sua vecchia non aveva più posto per i timbri e poi è tornato al suo seggio per votare. Ha ritirato le schede per tutti e 5 i quesiti.
Le polemiche
I seggi elettorali per i cinque referendum su lavoro e cittadinanza sono stati aperti oggi alle 7. Si potrà votare fino alle 23 e lunedì 8 giugno dalle 7 alle 15. Ieri giornata di polemiche per l’ultimo appello per andare a votare lanciato dai leader di Pd, M5s e Avs dal palco di Roma. Il centrodestra ha denunciato la violazione del silenzio elettorale. Governo e maggioranza sono per l’astensione. La premier Giorgia Meloni ha fatto sapere che andrà alle urne, ma non ritirerà le schede. L’ultimo a sfilarsi è stato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: «Non andrò a votare, è un diritto costituzionale», ha spiegato.
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