Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, interpellato in conferenza stampa sul caso Imane Khelif, parla di una «guerra culturale che a volte ha motivazioni politiche».
«Quello che vediamo è che ci sono alcuni che vogliono appropriarsi della definizione di chi è una donna. Posso solo invitarli a trovare una nuova definizione scientifica di chi sia una donna e di come una persona nata e cresciuta come una donna che gareggia come donna ed è donna sul passaporto possa non essere considerato donna. Se trovano qualcosa siamo pronti ad ascoltare e valutare, ma non prenderemo parte in una guerra culturale che a volte ha motivazioni politiche. E permettetemi di dire che quello che succede in questo contesto, sui social media, con queste aggressioni e questi insulti fomentati da queste motivazioni è completamente inaccettabile».
Ieri, dopo un incontro a Parigi con Bach della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Palazzo Chigi aveva emesso un comunicato secondo cui al centro del colloquio era stato «uno scambio di vedute sull’andamento dei Giochi e sullo stato di preparazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026» ma si era parlato anche «delle regole per garantire equità nelle gare sportive». Meloni e Bach — secondo Palazzo Chigi — avevano concordato che governo e CIO «rimarranno in contatto per valutare come affrontare la questione per il futuro».