È disabile da 11 anni e grazie all’esoscheletro riesce a portare la fiamma olimpica. Il video del tennista Kevin Piette a Poissy ha commosso il web. Il contenuto è presto diventato virale a furia di like e condivisioni. Uno dei tanti esempi della forza e della magia dello sport.
Nessun limite
Tante persone a sostenerlo sul posto, molte di più a incitarlo e complimentarsi sui social. Kevin Piette ha mandato un messaggio carico di forza al mondo. Con determinazione e l’aiuto della tecnologia si possono superare tutti i limiti. Era un tennista nel 2013, quando un grave incidente gli ha provocato una grave paralisi motoria. Ha lottato come ha potuto per alzarsi dalla sedie a rotelle e 11 anni dopo ha coronato il sogno di essere un tedoforo.
Una vita da esempio
Non si è mai dato per vinto in questi 11 anni. Anzi, si è molto battuto per aiutare a progredire nello sviluppo degli esoscheletri. Oltre a essere un tennista paralimpico, senza aver quindi abbandonato la sua passione per la racchetta, è un «pilota» per un’azienda che sviluppa esoscheletri. Sul sito di Parigi 2024 si legge: «Portando la torcia olimpica Kevin ispira le persone a impegnarsi nello sport e a promuovere l’innovazione per chi ha una disabilità».
Gli esoscheletri
A questo punto viene spontaneo chiedersi cosa sono gli esoscheletri.
Si tratta di robot indossabili, una sorta di tutori motorizzati. Sono una tecnologia avanzata utilizzata anche nella riabilitazione delle persone che hanno subito dei danni. È molto elevato il controllo del «proprietario», dato che questa struttura ausiliare si muove seguendo i suoi movimenti.
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