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il tour elettorale dei big nella piccola Ohio d’Italia


Non sarà (forse) lu centru de lu munnu come vorrebbero da secoli i folignati, ma che l’Umbria sia destinata ad essere epicentro della politica italiana per le prossime due settimane c’è da scommetterci. Da qui al 17 e 18 novembre infatti, lungo le trentacinque strade regionali umbre continueranno a spostarsi in lungo e in largo i leader politici, schierati a sostegno delle due (di nove) principali candidate: Stefania Proietti — sindaco di Assisi, in corsa per il centrosinistra — e della leghista Donatella Tesei, presidente uscente.

Il tour

Oggi mattina a Orvieto e Todi, ad esempio, ci sarà sul palco Elly Schlein (al terzo mini tour umbro negli ultimi trenta giorni), determinata a ribaltare quel punto percentuale di distanza che il centrosinistra avrebbe accumulato stando agli ultimi sondaggi e riportare “a casa” l’Umbria, passata per la prima volta in settant’anni al centrodestra nel 2019. Domani invece, con le stesse intenzioni, sarà la volta di Stefano Bonaccini tra Terni, Foligno e Perugia. Tra rancetti e strangozzi, la segretaria e il presidente dem continueranno nella campagna elettorale d’opposizione che, al di là del buon risultato del Pd, non ha permesso ad Andrea Orlando di prendersi la Liguria. Memori della lezione di pochi giorni fa, l’offensiva schleineiana sarà tutta su lavoro e sanità pubblica, cercando di minimizzare al massimo la competizione interna tra un Movimento 5 stelle in grossa difficoltà e Italia Viva, cercando di far calare il silenzio su veti e scarse armonia. L’idea è provare ad aprire una crepa nel muro delle vittorie del centrodestra, da allargare con il contemporaneo voto in Emilia Romagna. Con un 2-0 (a uno, considerando la Liguria) l’opposizione è convinta di poter sgretolare la narrazione che vede la coalizione di maggioranza come una corazzata e aprire una nuova stagione di tormenti in cui trascinare FdI-Lega-FI al giro di boa della legislatura. L’Umbria è quindi quasi uno swing-state americano, con il centrodestra convinto che una sconfitta riaprirebbe ferite interne che dalla Sardegna in poi non hanno mai smesso realmente di sanguinare. Per di più alla vigilia di una tornata elettorale — quella dell’autunno 2025 — che si annuncia quanto meno complessa tra Campania, Veneto e Puglia.

Il centrodestra

Per ora la partita è infatti da considerarsi in bilico. A dimostrarlo non sono tanto i sondaggi commissionati dai diversi partiti (quello di Avs ad esempio, vede Proietti in vantaggio di poco), quanto la necessità del centrodestra di allargare i propri confini. Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi, in Umbria hanno imbarcato anche il sindaco di Terni e leader di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi. Una mossa “disperata” è la tesi dem. Una strategia «inclusiva» quella dei diretti interessati. In attesa di definire la data di chiusura della campagna elettorale (che si terrà al PalaTerni, probabilmente il 14 o il 15 novembre), Salvini già da giorni è sceso in campo per spalleggiare la “sua” Tesei, nella consapevolezza che perdere questa Regione potrebbe pericolosamente aprire le porte ad un ridimensionamento leghista all’interno degli equilibri di una coalizione, quella di centrodestra, che vede nel 2025 l’anno buono per regolare i conti interni tra una FdI sgomitante, i governatori leghisti e il fortino meridionale degli azzurri.

Oggi, invece, sarà il turno dei ministri dell’Economia, dell’Agricoltura e dello Sport, Giancarlo Giorgetti, Francesco Lollobrigida e Andrea Abodi. Una parata di “stelle” che conferma il mood con cui il centrodestra sta conducendo la campagna elettorale, ovvero puntando sul «buon governo» dell’esecutivo e approfittando di ogni palco per rivendicarne i successi.

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