Il Tesoro cambia la governance di Cdp, articolata nel cda per le strategie di 9 membri (4 donne e 5 uomini) con una integrazione per la gestione separata per utilizzare le risorse del risparmio postale (5 uomini fra cui il dg del Tesoro, Ragioniere dello Stato, tre rappresentanti di regioni, province e comuni). La modifica statutaria serve ad aumentare complessivamente le quote rosa e non a diminuirle.
Domenica 7 un cda straordinario, riunitosi in videocall, su indicazione Mef (82,77%) ha integrato l’ordine del giorno dell’assemblea di lunedì 15, rinviata per la quarta volta allo scopo di rinnovare il board: inserita la sessione straordinaria per cambiare l’articolo 15 dello statuto allo scopo di aumentare le quote di genere da 4 a 5. Quindi al contrario di indiscrezioni per le quali lo Stato si accingeva a ridurre il peso femminile, al contrario lo sta allargando e lo estende all’intera governance.
LE NUOVE REGOLE
In cda dove ci sono quattro donne, tre indicate dal Mef, una dalle fondazioni (15,93%), il numero totale scenderà a tre, cioè ce ne sarà una in meno a carico del Tesoro. Le fondazioni da due mesi hanno designato Giovanni Gorno Tempini, confermato alla presidenza per un secondo mandato e mezzo, Lucia Calvosa, indicata dalla Crt e l’economista Luigi Guiso, scelto dalla fondazione Banco di Sardegna.
Per la prima volta quindi, la gestione separata specializzata nei finanziamenti degli investimenti statali (Stato, Regioni, Province, Comuni e altri Enti pubblici), avrà ben due quote rosa su cinque. Mentre la gestione ordinaria del cda riguarda la distribuzione di fondi per progetti. La raccolta di fondi per finanziare le attività di gestione separata avviene soprattutto attraverso l’emissione di buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio, che godono della garanzia diretta dello stato, alla stessa stregua di bot, cct e btp. Cdp può inoltre emettere covered bonds.
Nei prossimi giorni Mef e fondazioni dovrebbero incontrarsi per definire la lista unica in ordine alfabetico per la nomina del cda, rinviata ben quattro volte proprio per le divergenze sull’individuazione delle quote rosa. E infatti sembra che tesoro e Palazzo Chigi avrebbero già trovato la quadra su due nomi: Micaela Gelera, membro del Inps dopo che era stata commissaria straordinaria, Alessandra Bruni, presidente Enav. Da fonti attendibili erano trapelate frizioni sulla terza quota rosa rivendicata direttamente da Palazzo Chigi.
Le imprecise indiscrezioni sulla riduzione delle quote rosa ieri hanno innescato un vespaio politico, a vuoto. I gruppi parlamentari del M5s, Pd, Iv e Azione hanno chiesto in aula alla Camera una informativa urgente del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sul nuovo Cda di Cassa depositi e prestiti e il rispetto delle quote rosa. «La notizia che Cdp starebbe modificando lo statuto e di conseguenza diminuendo il numero di donne nella direzione è in dato allarmante», ha detto la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. In realtà tutto si sgonfierà presto, quando sarà chiaro che le quote di genere in Cassa sono aumentate in quanto redistribuite.
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