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«Il tema dell’Intelligenza artificiale sarà trattato nel prossimo negoziato»


«Con i prossimi contratti disciplineremo meglio l’uso dell’Intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione e, in particolare, renderemo trasparenti i criteri con cui viene utilizzata nell’ambito della gestione, e della valutazione, delle risorse umane pubbliche». Ad annunciarlo è Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, l’agenzia che tratta per conto del governo i rinnovi dei contratti del pubblico impiego con i sindacati. «Siamo pronti a iniziare la contrattazione per il 2025-2027 – aggiunge Naddeo – il primo tavolo con i sindacati delle Funzioni centrali sarà convocato a dicembre. E a gennaio toccherà alla Sanità».

Novembre è stato un mese intenso. Avete appena chiuso i contratti di enti locali, per funzionari e dirigenti, e scuola, settore Istruzione e Ricerca, per un totale di 1,6 milioni di dipendenti pubblici coinvolti. Soddisfatto?

«Molto soddisfatto e anche un po’ stanco. È stato fatto un gran lavoro, il merito è soprattutto dei miei collaboratori, il cui contributo è prezioso. Siamo arrivati alla firma del nuovo contratto dei dipendenti degli enti locali dopo una trattativa infinita, durata sedici mesi. La sottoscrizione del contratto del comparto Istruzione e Ricerca, particolarmente complesso, avrebbe potuto richiedere più tempo».

Questi contratti sono arrivati dopo la sottoscrizione del contratto delle Funzioni centrali, a gennaio, e di quello della Sanità, per il quale è stata raggiunta un’intesa in estate. Resta da sottoscrivere quello per medici e veterinari?

«La trattativa per la dirigenza sanitaria è in fase avanzata. Questa settimana è previsto un nuovo incontro e non è detto che non si riesca a chiudere anche questo negoziato. L’intenzione, anche dei sindacati, è quella di arrivare presto a un accordo per poter passare alla prossima tornata contrattuale. Il rinnovo dei contratti in vigenza è per la prima volta possibile grazie alle risorse stanziate dalla scorsa legge di bilancio. Quindi non vale la pena soffermarsi troppo su aspetti normativi che possono comunque essere risolti a stretto giro, ovvero con il contratto successivo».

La contrattazione per il 2025-2027 partirà quindi a dicembre?

«Convocheremo i sindacati delle Funzioni centrali già il mese prossimo. Questa è la prima volta che l’inizio di una trattativa avviene nel primo anno di riferimento del contratto che si va a negoziare. Per quanto riguarda la Sanità, attediamo l’atto di indirizzo da parte delle Regioni».

Le risorse per gli aumenti sono già definite?

«Come sempre verranno chieste delle risorse aggiuntive, ma la situazione appare migliore rispetto a quella che avevamo quando abbiamo cominciato a trattare i contratti del 2022-2024».

Gli aumenti in arrivo con i prossimi contratti, sommati ai precedenti, garantiranno un pieno recupero dell’inflazione. Allora perché la Cgil non ha firmato gli ultimi Ccnl lamentando incrementi insufficienti?

«Questa è una domanda che va posta alla Cgil. L’inflazione è un fatto condizionante, ma non sta scritto da nessuna parte che i contratti debbano garantire un pieno recupero del potere di acquisto. Detto questo, il governo, anche grazie all’impegno del ministro Paolo Zangrillo, che si è battuto in prima persona per assicurare la continuità contrattuale, ha fatto sua questa missione mettendo sul piatto 20 miliardi per i rinnovi. Risultato: i contratti degli ultimi tre trienni determinano, messi insieme, una crescita degli stipendi in linea con l’aumento del costo della vita».

I nuovi contratti si concentreranno anche sugli aspetti normativi?

«Direi che per le Funzioni centrali la struttura normativa è ormai consolidata, mentre per Istruzione e Ricerca ci sono ancora temi da approfondire e anche sul fronte degli enti locali è necessario intervenire».

Resta da sciogliere il nodo dei buoni pasto per il personale della scuola, per esempio?

«La questione dei buoni pasto è rilevante e condivisibile, ma è necessario un intervento del governo. Parliamo di un settore che conta più di un milione di lavoratori. L’erogazione dei buoni pasto per docenti e personale Ata avrebbe un costo elevato che non può essere coperto con le risorse contrattuali».

La settimana lavorativa su 4 giorni, prevista dai nuovi contrattil, non decolla. Cosa si può fare?

«I dipendenti pubblici preferiscono lo smart working alla settimana corta a parità di orario di lavoro. La settimana corta viene richiesta soprattutto dai lavoratori fuori sede».


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