14.10.2025
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Il telescopio di Nicola Cabibbo trova una nuova casa nella biblioteca di Fisica della Sapienza


«Per guardare in faccia l’invisibile bisogna sporcarsi le mani» è quello che ha fatto Nicola Cabibbo, realizzando nel 2002 un telescopio con la collaborazione del suo allievo Massimiliano Testa e del biologo-falegname Nicola Piazzo per le parti in legno. Lo strumento è stato donato dalla famiglia nel corso di una cerimonia pubblica all’Università dove per tanti anni ha insegnato.

Collocazione e partecipanti alla cerimonia

Il telescopio è stato collocato nella biblioteca di Fisica della Sapienza, dove sono anche conservati il fondo archivistico e il fondo bibliografico dell’illustre fisico italiano.

Alla cerimonia hanno partecipato il direttore del Dipartimento di Fisica, Daniele Del Re, Giorgio Parisi, Luciano Maiani, la direttrice della Biblioteca, Marina Dalla Torre, e il direttore del Museo di Fisica, Sergio Caprara.

Era presente anche la moglie di Nicola Cabibbo, Paola Iandolo, già docente di Letteratura americana presso la Sapienza.

Giorgio Parisi, Luciano Maiani, Nicola Piazzo, Paola Iandolo, Daniele Del Re, Sergio Caprara

La carriera di Nicola Cabibbo

Nicola Cabibbo, scomparso nel 2010, è considerato uno dei maggiori e più brillanti fisici teorici del dopoguerra, conosciuto in ambito accademico per i suoi studi sulle particelle, in particolare per l’angolo di Cabibbo. Laureato in Fisica alla Sapienza nel 1958 sotto la guida di Bruno Touschek, nei decenni seguenti ha sfiorato più volte il premio Nobel che nel 2021 è andato al suo allievo Giorgio Parisi.

Cabibbo ha ricoperto numerosi incarichi prestigiosi: dal 1983 al 1992 è stato presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn); dal 1993 al 1998, presidente dell’Ente nazionale energie alternative (Enea); fino alla sua scomparsa è stato presidente della Pontificia accademia delle scienze, facendosi promotore del dialogo tra scienza e fede.

La realizzazione del telescopio

Il telescopio è stato costruito nel 2002 senza l’ausilio di prototipi né di un progetto vero e proprio. La sua realizzazione fu preceduta da uno studio in materia di telescopi fatti in casa e da alcuni schizzi per definire l’aspetto dello strumento. Il progetto fu portato a termine nell’arco di qualche mese. Lo specchio è stato molato a mano dallo stesso Cabibbo, a partire da un disco di vetro spesso 3,5 cm. La struttura è in multistrato di pioppo trattato con vernice poliuretanica.


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