Nulla è cambiato nella lotta al razzismo. Lo ha ribadito Mike Maignan, che si è trovato sullo stesso palco, del Theatre Mogador di Parigi, con Samuel Eto’o, il campione di Mma Cedric Doumbé e il comico Redouane Bougheraba. E ha raccontato la sua esperienza e quanto accaduto a Udine nel gennaio scorso: «Ho lasciato il campo perché era successo una volta, abbiamo parlato con l’arbitro, la Federazione, le cose dovevano cambiare ma non è cambiato niente e ho lasciato il campo. Me ne sono andato, mi sono preso le mie responsabilità, la mia squadra era unita, sono usciti dal campo con me sperando che cambiassero le cose, ma fino ad ora non è cambiato molto. Quello che è peggio è che non te lo dicono nemmeno in faccia», le sue parole. Che ha anche parlato del suo rendimento al Milan: «La scorsa stagione penso di essermi ritrovato a perdere contro me stesso perché la mia lotta è rimanere sempre concentrato su cosa sono bravo a fare, su di me. Mi sono trovato davanti a delle brutte sfide. Quelle che dovevo affrontare non le ho vinte, e per questo so di aver perso. Quindi, quello che farò, e l’ho già detto, è di imparare da questa lezione per essere più forte in questa stagione». Che sul ruolo del portiere, in un dialogo con Eto’o, ha concluso: «Se non sei folle, pazzo, non puoi essere di conseguenza un portiere. Oggi giorno tutti i portieri di un certo livello devono essere pazzi e avere una forte mentalità, perché sennò non funziona. Oggi è difficile trovare un portiere di un certo livello che non abbia tutte queste caratteristiche, perché sennò viene automaticamente surclassato dai suoi compagni di squadra, dalla pressione, dagli errori. Tutti possono commettere degli errori, ma la cosa più importante è quello che fai dopo».
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