18.05.2025
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Economy

Il rapporto Draghi sul futuro dell’Ue: «Servono riforme senza precedenti»


Le 400 pagine del rapporto si potranno studiare da lunedì prossimo, quando è prevista la pubblicazione ufficiale, ma una cosa è certa: sulla competitività serve una rivoluzione copernicana in Europa, e serve subito. Parola (e rapporto) di Mario Draghi. Ieri l’ex premier e ex presidente della Bce ha presentato in anteprima e a porte chiuse a Bruxelles il suo Report sul futuro della competitività nell’Unione Europea. I risultati dell’analisi e delle «consultazioni» avute da Draghi in questi mesi su incarico della presidente Ursula von der Leyen avrebbero dovuto essere presentati in primavera, a ridosso delle elezioni europee. Troppo vasto il lavoro, e forse anche troppo delicato il momento: la pubblicazione era stata rinviata alla fine dell’estate. Con un occhio ai sondaggi, che annunciavano una bella spinta dell’estrema destra (tendenza che continua a essere di attualità) Von der Leyen avrebbe preferito rinviare la pubblicazione del rapporto che incoraggia, tra l’altro l’aumento degli investimenti pubblici: almeno 500 miliardi per ambiente e digitalizzazione. Il rapporto era attesissimo e sarà anche molto dibattuto. La competitività è stata la priorità dello scorso semestre belga di presidenza e lo è anche («priorità assoluta») per l’Ungheria, che presiede l’Unione nella seconda metà del ‘24. Ieri la presidenza di Budapest ha invitato Draghi a presentare le sue conclusioni — e soprattutto le sue indicazioni- prima alla riunione degli ambasciatori del Ventisette e poi ai presidenti dei gruppi politici all’Europarlamento. «Il rapporto di Mario Draghi avrà un ruolo cruciale nel rafforzare la competitività europea, un obiettivo chiaro della presidenza ungherese identificato come una delle sue priorità chiave», ha scritto via X la presidenza ungherese.

LA RIUNIONE

Ai rappresentanti permanenti dei membri della Ue Draghi ha parlato — secondo fonti concordanti, visto che l’incontro si è svolto a porte chiuse — della necessità di riforme «senza precedenti» per l’Ue, nelle quali siano coinvolti tutti gli attori dell’Unione. Poco amante delle iperboli, Draghi ha comunque parlato della necessità di agire «a 360 gradi e nella maniera più veloce possibile». Cinque i pilastri, dettagliati in altrettanti capitoli, per costruire la competitività dell’Europa di domani: produttività, riduzione delle dipendenze, clima, inclusione sociale e ricette per i singoli settori sulla base dei dieci principali dossier economici che riguardano l’Ue. L’obiettivo è colmare il ritardo sugli Usa e la Cina, in un contesto geopolitico che non fa sconti. Nonostante il top secret stampato sulla copertina, alcune linee del rapporto sono filtrate. Investimenti massicci — almeno 500 miliardi, non dispiaccia ai «frugali» — sono ritenuti necessari per ambiente e digitale. L’accento è messo anche sullo sviluppo di un’industria europea della Difesa, in particolare liberando fondi comuni via la Bei. Secondo il sito Politico, il Report sottolinea che l’industria europea della Difesa non dovrebbe incontrare restrizioni nell’accesso ai finanziamenti dell’Ue e dovrebbero essere autorizzate fusioni per aiutare a sviluppare campioni nazionali». Secondo fonti presenti, nel suo intervento al Parlamento europeo Draghi ha sottolineato ieri come la competitività europea sia soggetta a una serie di freni strutturali da cui occorre liberarla: capacità di innovazione in ritardo, prezzi dell’energia più elevati rispetto ai concorrenti, carenze di competenze. Draghi ha poi espresso soddisfazione per il fatto che molte delle sue idee hanno già trovato posto nelle linee guida politiche presentate da Ursula von der Leyen lo scorso luglio per il suo secondo mandato come Presidente della Commissione. Se la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola ha ringraziato Draghi per «l’importante conversazione sulla competitività dell’Europa e sulla strada da seguire».

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