24.05.2025
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Fashion

Il profumo dell’acqua, l’ultima provocazione dell’artista Max Papeschi


Un flacone “magnum”, dal design ricercato, con tappo in oro che rappresenta il mondo. Una testimonial, un video, una vera campagna fotografica. Ci sono i codici pubblicitari alla base della nuova opera – e ulteriore provocazione — di Max Papeschi: Eau de Eau, che sarà presentata a Milano, presso Parco, il 21 maggio. In quella che appare la bottiglia di una fragranza di lusso, candidata a farsi oggetto dei desideri degli appassionati di moda e dei cacciatori di trend, in realtà si cela dell’acqua. Non un semplice divertissement, ma un invito alla riflessione sul domani. Ad essere  raccontato, infatti, è un futuro distopico, drammaticamente simile al nostro presente, in cui l’acqua sarà pressoché assente e, in quanto condizione necessaria alla vita, diventerà un bene di lusso. Il più importante. Papeschi, tra gli artisti italiani più noti all’estero da quando nel 2008 a Poznan ha affisso una gigantografia dell’opera “NaziSexyMouse”, nel corso della carriera ha puntato l’indice contro la guerra e altri temi caldi del presente, per sollecitare una riflessione e un ripensamento urgente. I suoi lavori divenuti iconici, come quelli con Topolino nazista,  appunto, ma non solo, anche i nani da giardino, ripensati come soldati, in “Extinction”, sono stati spesso il mezzo per guardare a un domani che è, in realtà, già oggi.

«Ho indagato più volte il tema dell’estinzione della razza umana – dice Papeschi, che firma questo progetto con Arianna Bonucci – Guardando a dati e stime, già nel 2030 la domanda globale di acqua supererà del quaranta per cento l’offerta.

Noi ci preoccupiamo di guerre e malattie, ma non della scarsità dell’acqua che, di fatto, è ancora più preoccupante: è fondamentale per la vita».

IL PROGETTO

Da qui, l’idea di proporre l’acqua come fragranza per pochi. «A Milano, gli ospiti saranno accolti da quindici hostess, con un cartoncino per spruzzare il contenuto della bottiglia. Tutto deve essere fatto come nella presentazione di un vero profumo per confondere chi entrerà». Come è nata l’idea? «Nel mio lavoro, fingo da sempre di essere dall’altra parte, come quando, fingendomi ambasciatore della propaganda della Corea del Nord, ho scelto Mickey Mouse e Ronald McDonald per “vendere” la guerra. Se fossimo il male, come sfrutteremmo la crisi idrica? È stata questa la domanda da cui sono partito». Così, il progetto di mostrare il possibile sfruttamento della crisi idrica come occasione per guadagnare sulla “sete” del mondo. «Fa parte della natura umana chiedersi come guadagnare su una condizione – continua Papeschi  e in fondo non è neanche un atteggiamento fortemente condannabile. Bisogna solo prendere atto della tensione a inseguire il profitto, comune a molti, a prescindere dalle conseguenze».   

A fare da testimonial al progetto e volto del falso profumo è Barbara Alberti. La ballerina Valentina Vernia, in arte Shades of Banana, è protagonista dello spot appositamente creato per il “lancio”. Realizzata in collaborazione con Love Therapy, brand fondato da Elio Fiorucci, l’iniziativa ha anche ricadute etiche. Wami Water With a Mission, partner del progetto, per l’occasione ha realizzato nuovi rubinetti in Nicaragua, contribuendo a portare acqua potabile in una delle aree più colpite dalla crisi idrica globale. «Non volevamo fare la morale e poi non essere concreti – spiega Papeschi – Le donazioni sono legate all’opera ma indipendenti dalla sua vendita. Volevamo evitare la formula: più compri, più doniamo». 

La boccetta magnum farà il suo percorso in mostre ed eventi espositivi. Al vaglio la possibilità di creare anche boccette più piccole, come multipli. L’idea è portare l’evento in tour e per non perdere l’effetto sorpresa, ogni volta la performance o lancio che dir si voglia sarà differente. «Il tema è urgente in tutto il mondo. La prima tappa, dopo quella italiana, sarà Parigi. Sicuramente sarebbe importante andare in California, nel regno delle Big Tech, e a Dubai, dove questo tipo di comunicazione è meno presente. Vorremmo anche portare  il progetto a Roma. E presto». 

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