18.05.2025
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il piccolo di 5 mesi ha lesioni a bocca, lingua e gola. I genitori hanno un altro figlio di 4 anni


Dall’altro ieri respira da solo. Senza più l’ausilio della maschera d’ossigeno che gli copriva il viso, ma che gli ha permesso di superare la fase più critica. E ha iniziato anche a sorridere, percependo di essere finalmente in un ambiente protetto, circondato dalle attenzioni e dall’affetto di chi sta cercando con il massimo impegno di restituirlo a una vita normale. Sta facendo registrare dei miglioramenti, infatti, il bimbo di 5 mesi ricoverato per i maltrattamenti del padre nel Dipartimento di Pediatria: non è più in terapia intensiva, ma in quella semi intensiva, diretta anch’essa dalla professoressa Angela Amigoni, professionista d’eccellenza, oltre che una persona dal cuore grande che trasmette ai piccoli pazienti la serenità di cui hanno bisogno nei momenti più difficili, come appunto nel caso del piccolo di 5 mesi seviziato dal genitore che voleva menomarlo per intascare l’assegno mensile di invalidità.

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I maltrattamenti

L’uomo gli ha provocato gravissime lesioni alla bocca, alla lingua e alla gola, tali da compromettere appunto respirazione e deglutizione, e le funzioni di alcuni organi vitali, come il cuore e i reni, che risultano danneggiati oltre che dalle violenze anche dal fatto che il neonato da luglio, cioè da quando è iniziato il suo calvario, non ha potuto alimentarsi e idratarsi in maniera sufficiente. Le telecamere installate in Pediatria hanno permesso ai poliziotti di cogliere in flagranza il padre, un 22enne residente a Camisano Vicentino con la compagna 20enne che è stata dichiarata estranea ai fatti, e con un altro figlio di 4 anni.

 

Come sta il neonato

Il neonato seviziato viene nutrito con un sondino naso-gastrico e non si sa per quanto tempo dovrà tenerlo. Il bimbo è vigile, reattivo e manifesta curiosità per quello che lo circonda: osserva con attenzione le pareti con i pesci colorate di verde e di blu della sua stanza e secondo i medici ha una grande voglia di vivere. È più minuto rispetto ai coetanei, ma i pediatri sono fiduciosi che possa riprendersi. «Il piccolo – ha spiegato il direttore generale Giuseppe Dal Ben – sta continuando il suo percorso terapeutico che sta dando dei buoni risultati, però è un cammino non facile, che va valutato di giorno in giorno, o meglio di ora in ora. Qualche miglioramento c’è stato e la speranza è di riuscire a portarlo alla migliore condizione possibile di salute. Bisogna avere pazienza e andare avanti a piccoli passi». Dopo la dimissione il bimbo verrà trasferito nel Centro per la Diagnostica del Bambino Maltrattato.

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