Il prossimo anno l’Italia crescerà più di quanto inizialmente previsto. A rivedere le stime sull’economia è stato il Fondo Monetario Internazionale in un “aggiornamento” del suo World Economic Outlook pubblicato ad aprile di quest’anno. Tre mesi fa, gli economisti di Washington avevano stimato che l’economia italiana sarebbe avanzata dello 0,7 per cento sia quest’anno che nel 2025. Mentre le stime del Pil per l’anno in corso sono state mantenute, quelle per il prossimo anno sono state riviste al rialzo di due decimali di punto, portandole allo 0,9 per cento. Si tratta comunque di previsioni più basse di quelle inserite dal governo italiano all’interno dell’ultimo documento di economia e finanza. Secondo le stime del ministero dell’Economia, il Pil quest’anno dovrebbe crescere dell’1 per cento, per poi arrivare all’1,2 per cento il prossimo anno.
Nei giorni scorsi Bankitalia si era dimostrata più prudente per l’anno in corso, confermando una stima di crescita dell’economia italiana dello 0,6 per cento. Il Fondo Monetario ha confermato le stime di crescita globale al 3,2 per cento per quest’anno e le ha leggermente alzate al 3,3 per cento per il prossimo. La disinflazione mondiale sta proseguendo, con il l’aumento dei prezzi che quest’anno chiuderà al 5,9 per cento. Ma per il prossimo futuro, avverte il Fondo, ci sono due rischi che stanno diventando «prominenti». Il primo è che i tassi di interesse delle Banche centrali restino alti per un tempo più lungo. E questo metterebbe a rischio la crescita complessiva, portando anche a un rafforzamento del dollaro che potrebbe avere effetti dannosi sui Paesi emergenti. La seconda preoccupazione riguarda il livello dei debiti pubblici in alcuni Paesi e la necessità che la politica fiscale ricostruisca delle riserve per affrontare eventuali nuovi shock. Altrimenti, spiegano gli esperti del Fondo, «ci vorrebbe poco perché le traiettorie del debito diventassero molto meno confortevoli in molti luoghi, specialmente se i mercati aumentassero gli spread sui titoli di stato, con rischi per la stabilità finanziaria».
IL COSTO DELLA VITA
In Italia intanto, l’inflazione continua ad essere sotto controllo. A giugno, secondo i dati pubblicati dall’Istat, l’indice generale dei prezzi si è confermato allo 0,8 per cento annuo. Tiene anche il carrello della spesa, che è aumentato solo dell’1,2 per cento, mentre aumentano del 4 per cento (seppure in riduzione di 0,3 punti) i servizi ricreativi e culturali. Un dato che ha fatto gridare al “caro-vacanze” le associazioni dei consumatori. «I dati definitivi dell’Istat sull’inflazione», ha detto il Codacons, «attestano come in Italia siamo in presenza di un vero e proprio allarme vacanze, con rincari a cascata per tutto il settore turistico e dei trasporti e prezzi che, per il comparto dei servizi ricettivi e di ristorazione, aumentano oltre 5 volte il tasso medio di inflazione». A rallentare invece, secondo l’Istat, sono i servizi dei trasporti, a cominciare da quelli aereiche hanno mostrato una flessione del 10,9%.
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